• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Il cattolicesimo polacco e il dramma dei profughi

Il cattolicesimo polacco e il dramma dei profughi

11 Novembre 2021 Riccardo Cristiano  1236

Il 7 ottobre 2017 un milione di polacchi pregò, stringendo il rosario in mano, formando una catena umana lungo i confini della Polonia. L’intenzione era trasformare quelle corone mariane in una difesa dei patri confini dai migranti musulmani, che minacciavano il Paese dalla Bielorussia. Qualcuno parlò di rosari idealmente trasformati in filo spinato. Immagine forte, che alcuni storici manifesti croati peraltro rievocano da tempo: lì si può vedere il rosario steso come un filo rosso lungo i confini della Croazia, Antemurale Christianitatis, cioè baluardo della cristianità contro i musulmani, gli ottomani. 

La visione dunque è diffusa in quelle regioni dell’Est Europa; e val la pena di ricordare che, a promuovere l’iniziativa polacca, fu “Radio Maria”, epicentro del cattolicesimo nazionalista che aveva, negli anni terminali del suo pontificato, contestato duramente Giovanni Paolo II per le sue iniziative favorevoli al dialogo interreligioso, così come per il suo favore alla scelta europea che a “Radio Maria” non piaceva, in quanto lesiva della “cattolicità polacca”. Si arrivò allora alla mobilitazione del 7 ottobre 2017, e non è difficile ricordare l’imbarazzo di alcuni, la contrarietà di altri, come pure l’appoggio di molti vescovi. Il presidente dei vescovi polacchi, però, minacciò di sospensione a divinis tutti i religiosi che si erano lasciati coinvolgere nell’iniziativa.

Ma perché quella manifestazione ebbe luogo proprio il 7 ottobre? È la ricorrenza liturgica della Madonna del Rosario che, guarda caso, coincide con l’anniversario della battaglia di Lepanto del 1571, quando la flotta delle potenze europee che aderivano alla Lega santa sconfisse per la prima volta gli ottomani. La coincidenza tra festa religiosa e ricorrenza militare non è occasionale: la preghiera del rosario avrebbe preso la forma che conosciamo oggi proprio in quel tempo, quando si disse che le novene recitate nelle chiese aiutavano le navi della Lega santa a sconfiggere i temuti saraceni o turchi, cioè gli invasori musulmani.

È l’atto fondante di una visione mariana anti-islamica – militare e militante –, vincolata a patti militari, vascelli e generali. Essa appare proprio l’opposto di quella, molto diffusa e popolare soprattutto in America latina, che si fonda sulla famosa preghiera evangelica di Maria, il Magnificat, che ha al suo centro queste parole: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

Quando Matteo Salvini portò il rosario in piazza durante i suoi comizi fece chiaramente appello al primo tipo di devozione mariana, quella che vede il cristianesimo in lotta contro i musulmani, oggi come al tempo di Lepanto. Chi si riferisce a Lepanto non rimanda solo a quel tempo, ma a una visione che – nella storia italiana – è fatta anche dalle famose “madonne pellegrine”. Ha scritto Mirella Serri anni fa su “La Stampa”, rievocando la campagna elettorale del 1948: “La Dc, con i Comitati civici di Luigi Gedda, per sconfiggere le resistenze degli ‘amorfi’ e dei ‘senza patria’ si dotò di un ufficio psicologico per la propaganda, di pellicole da proiettare nei luoghi di culto e di altoparlanti che sulle soglie delle chiese ammonivano: ‘Da buoni cristiani, se votate Garibaldi votate contro Dio e quindi sarete scomunicati’. Sempre i Comitati di Gedda s’impegnarono a organizzare lunghe processioni notturne molto spettacolari e scenografiche della ‘Madonna pellegrina’. La statua di Maria accompagnata da veglie, preghiere e canti di ‘Salve Regina’ approdava così non solo nelle comunità parrocchiali, ma anche nelle fabbriche tra gli operai e nelle campagne tra i braccianti”. Allora si trattava di salvare non dall’islamismo ma dal comunismo. E in prima linea c’era, con la “madonna pellegrina”, il rosario.

Il cattolicesimo di papa Francesco – quello che oggi, con l’arcivescovo Gallagher, segretario del Vaticano per i Rapporti con gli Stati, chiede a tutti, anche all’Europa, di farsi carico del dramma dei profughi – è chiaramente quello del Magnificat, non quello delle “madonne pellegrine”. Ma la lunga tradizione della devozione, più per Lepanto che per Maria, non si cambia facilmente. Lo sforzo di adeguarsi al magistero di Francesco e di rispettare convincimenti diffusi nel cattolicesimo polacco si capisce bene leggendo quanto hanno scritto i vescovi polacchi preparando la recente visita ad limina in Vaticano, che sullo sfondo aveva la crisi con la Bielorussia e il dramma afghano: “A coloro che fuggono dalle persecuzioni, dobbiamo mostrare un atteggiamento di ospitalità cristiana, in conformità con gli obblighi di legge, garantendo la sicurezza sia dei rifugiati che della comunità ospitante”. Un passo avanti rispetto al tipo di cattolicesimo del 7 ottobre 2017, come un altro passo avanti è quello che ha compiuto ancora il presidente dei vescovi polacchi in una sua dichiarazione (condivisa dai vescovi?): “Indipendentemente dalle circostanze dell’arrivo dei migranti, essi hanno bisogno del nostro sostegno spirituale e materiale”.

A vedere così la questione, lascia indifferenti la piena solidarietà ai profughi manifestata dai vescovi bielorussi: solidali, certo, con chi vuole entrare in Europa, ma silenti sulle migliaia di euro chiesti da russi e bielorussi per far giungere da tanti paesi islamici, guarda caso, i profughi che ora vengono lanciati da Minsk contro i confini con l’Unione europea.

La questione mariana, tra la scorciatoia identitaria di Lepanto e la visione del Magnificat che sfida tutti i poteri, rimane una questione essenziale per la definizione sociale del cattolicesimo. Ed è una delle grandi sfide del pontificato di Bergoglio.  

Archiviato inEditoriale
TagsBergoglio Bielorussia Giovanni Paolo II Magnificat Maria Matteo Salvini musulmani Polonia profughi Radio Maria Riccardo Cristiano

Articolo precedente

Manifestazioni “no pass”, i commercianti ci ripensano

Articolo successivo

Origini e conseguenze di un virus

Riccardo Cristiano

Seguimi

Articoli correlati

Morti sul lavoro, a chiacchiere tutti d’accordo (o quasi)

Cosa dice alla sinistra la scomparsa di papa Ratzinger?

Il capotreno

Mes, braccio di ferro (morbido) delle destre

Dello stesso autore

La natalità di Bergoglio e quella di Meloni

Arabia Saudita e Iran: prove tecniche di pace

Cento di questi pontificati, caro Bergoglio

Papa Francesco in Congo

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
I migranti, i 5 Stelle e il Pd
Rino Genovese    22 Settembre 2023
Ultimi articoli
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Meloni ci ripensa, banche in festa
Paolo Barbieri    27 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
L’ultima rivoluzione dell’industria
Paolo Andruccioli    20 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA