Pnrr, si profila uno stile polacco
“Ogni società in cui la garanzia dei diritti non è assicurata, né la separazione dei poteri stabilita, non ha una costituzione”. L’articolo 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino è chiaro sin dal 1789. Ma non abbastanza per i sovranisti, a Roma come a Varsavia. La novità, forse, è il sovranismo a braccetto con lo sviluppismo. Si vede che, quando corre denaro, il trono del sovrano è a forma di cantiere.
Il governo Meloni arranca per realizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per questo cerca una vecchia scorciatoia: attenuare i controlli e sbarazzarsi di “lacci e lacciuoli”. Dopo la strategia di occupazione nei grandi enti di Stato e nella comunicazione, e col progetto di ponte sullo Stretto, c’era da aspettarsi una mossa sulla gestione del denaro pubblico. La realtà è che il Pnrr si riesce a metterlo in pratica solo per una piccola quota, soprattutto per la mancanza di strutture burocratiche adatte. Anni di commissariamenti, di gestioni straordinarie, di esternalizzazioni e di privatizzazioni hanno portato a questo. Enti locali e uffici centrali sono prigionieri di una farragine: ma è politica, non giuridica. Naturalmente conviene dare la colpa ai controlli e alla magistratura, sostenendo che nulla si può fare perché tutti hanno paura di firmare. Eppure, basta ciò che sta venendo fuori nel processo del ponte Morandi, per capire che i controlli non sono il nemico delle opere pubbliche, ma l’alleato di chi, dopo, di quelle opere ha bisogno.
Brasile, Lula si barcamena
In occasione della giornata mondiale per l’ambiente, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha annunciato nuove misure per combattere il cambiamento climatico, che prevedono sanzioni contro la deforestazione illegale e la possibilità che il 50% delle terre disboscate illegalmente siano sequestrate. Lula ha anche annunciato la creazione di nuove aree di protezione ambientale, che copriranno un totale di trentamila chilometri quadrati e misure atte a restituire forza agli organismi di controllo dell’Amazzonia e di altri biomi, che di fatto il suo predecessore Jair Bolsonaro aveva smantellato, tra il 2019 e il 2022. In attesa della conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente (COP30), che si terrà a Belém, nello stato del Pará, in Amazzonia, nel 2025, Lula ha fatto sapere che proporrà la creazione di un centro di cooperazione internazionale per la protezione della foresta al vertice dei presidenti dei Paesi amazzonici, convocato per il prossimo agosto. “Dobbiamo porre fine ai gruppi del traffico di legno, della pesca e dei minerali, che sono anche complici delle reti di traffico di droga e persino di persone” – ha detto il presidente brasiliano, confermando l’impegno del suo governo per avanzare nello sviluppo delle energie rinnovabili, che, ha ricordato, rappresentano già l’85% della produzione energetica del Paese.
Affitti brevi: Nardella controcorrente
Ha fatto scalpore l’uscita del sindaco di Firenze, Dario Nardella, che ha reso pubblica la decisione d’introdurre delle limitazioni agli affitti brevi. La mossa del sindaco si configura come una reazione, per ora isolata, alla bozza di decreto legge del ministero del Turismo, circolata nei giorni scorsi, riguardante appunto gli affitti temporanei. Come ha mostrato Sarah Gainsforth sul “manifesto” del 31 maggio, la bozza elaborata dalla ministra Santanché e dal suo entourage, che prevede quale unica misura restrittiva una durata minima di almeno due notti degli affitti brevi turistici “pena la nullità del contratto”, è debole se non addirittura “acqua fresca”, dato che il limite riguarda solo le attività non imprenditoriali nei centri storici delle quattordici città metropolitane, ed è facoltativo nei comuni ad alta densità turistica; ne sono inoltre sono esclusi i comuni a vocazione turistica con meno di cinquemila abitanti. Ha notato il geografo Filippo Celata, che da tempo si occupa della questione, che così com’è configurato il disegno di legge Santanchè si profila più nei termini di una regolarizzazione che non di una regolamentazione degli affitti brevi. Insomma, il rischio è di dare una più solida base giuridica a Airbnb e piattaforme analoghe, anziché limitarne il dilagare. A fronte a un simile orientamento di fondo del governo, la decisione di Nardella appare certo audace e controcorrente: un tentativo di gettare una pietra nello stagno.
Scontri in Kosovo, le responsabilità del premier Kurti
Il Kosovo non parteciperà alle manovre militari della Nato denominate “Defender 23” che coinvolgono ventisei Paesi dell’Alleanza atlantica. Lo hanno deciso lo scorso primo giugno gli Stati Uniti: una ritorsione contro l’ostinazione del premier Albin Kurti, che ha rifiutato di ritirare i sindaci kosovaro-albanesi dal nord del Paese, zona a maggioranza serba. I candidati dei comuni di Zvečan, Zubin Potok, Leposavić e Mitrovica Nord sono stati eletti con la partecipazione al voto del 3% degli aventi diritto, a causa del boicottaggio della maggioranza serba presente nella parte nord, che non riconosce, al pari di Belgrado, il Kosovo come Stato indipendente.



