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Panzeri e gli ideali della sinistra
Scandalo Ue, quelle porte girevoli della sinistra
I dietrologi potrebbero pensare che lo scandalo delle tangenti europee sia stato orchestrato. Un misterioso regista manovrerebbe nell’ombra per ricoprire di fango la sinistra italiana ed europea. Il giorno dopo la triste telenovela Soumahoro, arriva infatti la notizia di un’inchiesta giudiziaria della magistratura belga, che ha coinvolto personaggi noti e meno noti sulla scena parlamentare europea, ma appartenenti tutti ai partiti di sinistra e perfino al sindacato internazionale. Tra gli arresti eccellenti, ci sono Antonio Panzeri, ex segretario della Camera del lavoro di Milano e oggi rappresentante di Articolo uno al parlamento europeo (con un pezzo della sua famiglia), l’ex vicepresidente del parlamento, la socialista Eva Kaili, vari assistenti parlamentari, ma anche il segretario del sindacato internazionale, Luca Visentini (che è stato subito rilasciato e di cui comunque non sono state rese pubbliche le accuse). Siamo di fronte a una montatura mediatica? Se anche questa fosse la verità, forse non lo sapremo mai. Ma in attesa delle prove, possiamo e dobbiamo azzardare qualche considerazione politica.
La prima considerazione riguarda le istituzioni europee. La notizia sta facendo grande rumore perché colpisce un luogo comune: la correttezza assoluta – nordica – del parlamento e del Consiglio europeo. Queste cose, si pensa, al Nord non possono succedere. Impensabile una tangentopoli sopra il confine delle Alpi. È impossibile un sistema di corruzione che ricordi la “Milano da bere” degli anni Novanta. Bruxelles non può essere equiparata, o paragonata, alle capitali corrotte ed è invece un sicuro baluardo contro le pressioni di poteri esterni, siano essi Stati sovrani (come il Qatar) o grandi multinazionali. Sarà anche antipatica questa Bruxelles che si immischia nei fatti nostri e ci vuole dettare continuamente nuove regole. Ma è pur sempre un esempio ammirevole e incontaminato delle categorie kantiane. E invece il mito crolla di fronte alla cronaca di una (possibile) corruzione dei parlamentari a favore di agenti esterni, e per interessi che certo non rappresentano i cittadini europei che hanno votato. Lo stupore e il disorientamento del gruppo dirigente europeo è un messaggio chiaro.