• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Mostri di carta: la Russia contro “La Stampa”

Mostri di carta: la Russia contro “La Stampa”

28 Marzo 2022 Luca Baiada  2833

“La Stampa” pubblica un articolo che gira intorno all’assassinio di Putin. Nel Paese del “qui lo dico e qui lo nego” il linguaggio dev’essere un altro, specialmente adesso. Il quotidiano torinese, poi, è tra i più schierati in favore dell’Ucraina. L’ambasciatore russo perde la testa e sporge denuncia per istigazione a delinquere e apologia di reato; il gesto diventa un’occasione mediatica. Una fotografia, non si capisce se casuale o maliziosa, ritrae il diplomatico con l’aureola vermiglia di un segnale di sosta vietata, facendone la caricatura di un’icona. La Federazione nazionale della stampa reagisce indispettita e annuncia di voler essere parte civile, ricordando che i giornalisti sono già bersagliati da azioni legali e querele-bavaglio.

Come se non bastassero settimane di violenza, migrazioni forzate, morti e distruzioni, si devono vedere scaramucce in cui il senso delle proporzioni e della realtà sembra un caro ricordo. L’attendibilità della “Stampa” era nota al popolo torinese, anche quando Torino era la Fiat e la Fiat era il movimento operaio. La chiamavano con una parola mezza sprezzante, mezza affettuosa e tutta convinta: la busiarda. La memoria della vecchia ambasciata sovietica a Roma non deve avere lasciato tracce, in quella russa di oggi; eppure è probabile che una parte del personale sia di lungo corso, e l’ambasciatore Razov è un diplomatico di carriera. Se guardassero meglio negli archivi troverebbero, per esempio, che il più famoso fra i padroni storici del quotidiano, Gianni Agnelli, partì volontario nella criminale aggressione italiana all’Unione sovietica, e lo rivendicò come un merito.

Considerando la possibilità concreta di intimorire un giornale importante, e ora allineato su scelte che non vogliono contraddittorio, l’iniziativa dell’ambasciata è più che altro patetica. C’è più Ciajkovskij, che Shostakovich. In fondo, se si volesse dire qualcosa di efficace a proposito della “Stampa”, magari sulle fotografie che pubblica, sarebbe più accorto farlo in modo circostanziato, e il materiale non mancherebbe. Certo, per vedere il materiale bisogna accedere a siti russi: quelli che in Italia, in nome della libera informazione e della democrazia (forse per disposizioni d’autorità, forse per zelo dei gestori telefonici), adesso sono inaccessibili. Chi riesce a consultare quelle pagine, grazie ad altri siti che ripropongono i loro contenuti, riceve dati in controtendenza, come gli effetti di certi bombardamenti fatti dall’Ucraina nel Donbass.

Di iniziative legali strumentali contro i giornalisti scomodi, insomma di querele e citazioni-bavaglio, ce ne sono abbastanza e non c’è bisogno di immaginarle. La Slapp, Strategic lawsuit against public participation – un tema già all’attenzione di “terzogiornale” –, ha caratteristiche precise: a praticarla, specialmente contro le inchieste sulla corruzione e sugli abusi di potere, sono gruppi economici privati, forti, abituati all’irresponsabilità, che usano il manganello legale in ambiti istituzionali e giuridici favorevoli. Una prerogativa tipica dell’arnese è il forum shopping: si sceglie l’autorità giudiziaria di un Paese dove si può avere comodamente ragione, meglio se lontano dall’accusato, fuori della sua portata difensiva. Se l’ambasciatore scegliesse di fare una cosa del genere, forse sporgerebbe querela in Cina. E poi, è difficile vedere una Slapp fatta da uno Stato, davanti ai giudici di una nazione diversa, in cui i mezzi d’informazione rispettabili parlano male proprio di quello Stato.

Contro la giornalista Daphne Caruana Galizia, al momento del suo assassinio, erano pendenti 47 richieste di risarcimento dovute alle sue inchieste. Chi teme persecuzioni giudiziarie ricordi quella donna eroica e tenga presente il trattamento riservato a Julian Assange, un perseguitato vero. Perciò, meglio chiedere alla “Stampa” più misura e lasciar stare le trovate balorde dell’ambasciata russa.

La mossa confusa di Mosca, oltretutto, potrebbe essere frutto di cattivi consigli. Forse sarebbe serio, invece che muovere accuse di istigazione e apologia, riflettere sulle norme che vietano di brigare per l’intervento dell’Italia in una guerra. I “delitti contro la personalità internazionale dello Stato”, nel codice penale che purtroppo ha ancora la firma di Mussolini, ci sono, agli articoli 241 e seguenti: per esempio, c’è il reato di atti ostili verso uno Stato estero che espongono alla guerra o turbano le relazioni internazionali. Escluso che sia questo il caso della busiarda, va detto che sono reati inghiottiti dal dimenticatoio e che le sentenze di Cassazione sono poche. Se mai si formulassero accuse del genere, dovrebbero essere contro larga parte del giornalismo benpensante italiano. E il rimedio non potrebbe essere un maxiprocesso, perché se è vero che l’amore per la pace non si esporta con le armi, neppure si può imporre in casa con le carte bollate, specialmente a chi strizza l’occhio alla guerra.

Quanto al proposito della Fnsi di voler essere parte civile, si entra nell’assurdo. Nei processi penali – uno su questa vicenda è comunque improbabile – non si interviene come parte in favore dell’imputato (c’è la testimonianza, se il giudice la ammette, ma è un’altra cosa). La parte civile di solito è il denunciante o qualcuno a lui vicino, contro l’imputato. Qui, cioè, contro il giornalista della “Stampa” ed eventualmente il direttore. I riferimenti maldestri al sistema giudiziario sono spiacevoli in un’ambasciata, imbarazzanti in un’associazione come la Fnsi, che di solito è accorta e si schiera bene.

Mentre in Ucraina si uccide e si muore, il palcoscenico italiano offre i segni di questi tempi di smarrimento.

Archiviato inEditoriale
Tagsambasciata russa guerra La Stampa Luca Baiada querela Razov Russia slapp Ucraina Vladimir Putin

Articolo precedente

Le presidenziali francesi e il voto utile a sinistra

Articolo successivo

Pensioni, una trattativa fantasma

Luca Baiada

Articoli correlati

I Brics verso l’allargamento

La Corte costituzionale e i crimini di guerra e contro l’umanità

In Sudan un conflitto annunciato

La Cassazione francese chiude l’operazione “Ombre rosse”

Dello stesso autore

La Corte costituzionale e i crimini di guerra e contro l’umanità

La Cassazione francese chiude l’operazione “Ombre rosse”

Enrico Mattei, la Resistenza, la Cia

Rivedere “Viale del tramonto”

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
I migranti, i 5 Stelle e il Pd
Rino Genovese    22 Settembre 2023
Ultimi articoli
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Meloni ci ripensa, banche in festa
Paolo Barbieri    27 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
L’ultima rivoluzione dell’industria
Paolo Andruccioli    20 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA