Home Tags Carcere

Tag: carcere

El Salvador, allarme diritti umani

Le immagini dei detenuti salvadoregni hanno fatto negli ultimi giorni il giro del mondo: ammanettati, con la testa bassa, e i tatuaggi tipici dei...

Contro il 41/bis

Se da giornalista avessi avuto la “scheda di sintesi” dei colloqui in una sezione da 41/bis – naturalmente di un carcere di massima sicurezza – tra mafiosi, terroristi e politici, e l'avessi pubblicata, avrei con orgoglio rivendicato il mio scoop. Ma state certi che mi avrebbero perseguito, indagato, forse arrestato. Nella vicenda Cospito/governo della destra, abbiamo che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sostiene che quelle notizie divulgate in parlamento erano riservate. Però il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sostiene che erano notizie “a divulgazione limitata” ma non “coperte da segreto”.

Che brutta aria tira nel Paese! I vecchi e nuovi arnesi di una destra-destra, cancellando con un doppio colpo di spugna la storia terribile della lotta alla mafia e al terrorismo, che ha visto la sinistra in prima linea, e dimenticandosi il rispetto dovuto alle istituzioni, stanno perseguendo un modello di “Paese forcaiolo senza garanzie democratiche”. Oggi servirebbe davvero una riflessione collettiva sullo stato dell’arte della lotta alla mafia. Perché non sfruttare l’occasione del dibattito parlamentare sulla costituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno mafioso in Italia, per promuovere una sorta di “stati generali” sulla mafia? Magistrati, forze dell’ordine, reparti investigativi di eccellenza, apparati di intelligence potrebbero esprimere le loro analisi e i loro punti di vista sull’attualità della mafia. Esiste ancora Cosa nostra? Come si è riorganizzata? Quali sono le sue attività principali? E lo stesso discorso vale per la ’ndrangheta, la camorra, le mafie straniere.

Il governo fuori dal seminato sul caso Cospito

“Azioni del genere non ci intimidiranno. Lo Stato non scende a patti con chi minaccia, tantomeno se l’obiettivo è far allentare il regime detentivo più duro per i responsabili di atti di terrorismo”. Netto, il governo Meloni sulla vicenda di Alfredo Cospito, detenuto al 41/bis per una serie di attentati. Ricordate il caso Moro? Lo Stato non poteva e non doveva trattare con le Brigate rosse. Per non legittimare il terrorismo. Tutti sappiamo com’è andata a finire, con il povero Moro trucidato dai terroristi assassini. Ecco, oggi il governo Meloni sembra voler evocare quella terribile stagione per non cedere a una richiesta di attenuazione del regime carcerario. Rispondendo così alla “piazza” anarco-insurrezionalista che ha messo in campo una offensiva violenta, con attentati alle sedi diplomatiche italiane in Grecia, Germania e Spagna. E, nelle ultime ore, ha provocato incidenti con le forze di polizia a Roma, in piazza Trilussa (quarantuno anarchici denunciati), fatte esplodere due molotov (sabato notte) al commissariato di polizia del Prenestino, incendiato auto della polizia a Milano e della sede TIM di via Val di Lanzo a Roma.

Non è in discussione la certezza della pena. Alfredo Cospito è un anarco-insurrezionalista della Fai (Federazione anarchica informale), autore di diversi attentati, per i quali sta scontando la pena in carcere. È giusto che sia così. Ma non è questa la materia del contendere. Riassumiamo l’oggetto della disputa proponendo due sole questioni. La prima: è giusto che Alfredo Cospito sia detenuto al 41/bis, cioè al regime carcerario duro? La seconda: pur non avendo commesso omicidi, Cospito rischia l’ergastolo in quanto autore di un attentato alla Scuola allievi carabinieri di Fossano che, per la Cassazione, va perseguito come “strage politica”. La procura generale di Torino ha chiesto la pena dell’ergastolo, e il processo è sospeso in attesa della pronuncia della Corte costituzionale.

L’anarchico Cospito contro la “personalità dello Stato”

Alfredo Cospito, in altri tempi, sarebbe stato passibile della pena capitale. Si deve ringraziare la sensibilità del legislatore democratico se sarà condannato soltanto all’ergastolo, perché il reato di “strage contro la personalità interna dello Stato”, a cui la Cassazione ha voluto ricondurre la sua vicenda, è una di quelle fattispecie giuridiche che vengono dritte dritte dal codice Rocco, il famigerato codice penale fascista. Invece il 41/bis, contro cui Cospito sta conducendo uno sciopero della fame, è qualcosa di più recente: è un regime carcerario “duro”, cioè con l’aggiunta di un certo numero di restrizioni supplementari, applicato di solito nei confronti dei mafiosi e dei camorristi, al fine di evitare che questi, dal carcere, continuino a gestire i loro affari criminali. Si possono nutrire molti dubbi sia sul 41/bis sia sul cosiddetto ergastolo “ostativo” – che impedisce di godere dei benefici di legge, come per esempio la concessione della semilibertà –, dato che la nostra Costituzione affida alla pena un carattere non punitivo ma rieducativo. È però indubbio che, nel contrasto al fenomeno mafioso, così radicato nel nostro Paese, queste misure cautelative una funzione la svolgano.

Va denunciato nel modo più deciso, al contrario, il carattere inutilmente repressivo di tali misure riguardo a una strage, per giunta, mai avvenuta. L’atto per cui Cospito è stato condannato consiste, infatti, nell’avere collocato un paio di ordigni esplosivi a basso potenziale davanti a una caserma dei carabinieri, senza che ci siano state conseguenze. Non una strage, neppure una tentata strage: piuttosto qualcosa di assimilabile a un gesto dimostrativo. Inoltre, cos’è mai la “personalità dello Stato” che viene tirata in ballo? Se si va a rovistare nella più triste storia del nostro Paese, vediamo che la sovranità dello Stato – con la sua “personalità interna”, che consiste nella potestà esercitata dallo Stato sul proprio territorio, di contro a una “esterna” che implica la presenza di altri Stati – è qualcosa che i teorici nazionalisti e fascisti anteposero alla stessa sovranità popolare. Di essa un anarchico non può che essere un avversario irriducibile.

Torture in carcere, chiesto giudizio

Eravamo in piena pandemia, agli inizi, nei giorni più cupi per tutti, quando nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere, in provincia di...

Prigioni di sangue in Ecuador

Il bilancio ancora non definitivo dei terribili scontri avvenuti nel carcere Penitenciaria del Litoral a Guayaquil, la città più popolosa dell’Ecuador, durante le giornate...

Carcere, il lato osceno del potere

Degli episodi di violenza avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, colpisce il senso di impunità e la spettacolarizzazione concessa dai responsabili: video...

Carcere, il riordino ha prodotto un vulnus alla Costituzione

Da dirigente dei penitenziari, e direttore del carcere di Taranto, non posso che prendere le distanze pubblicamente dalla violenza raccontata dai gravi fatti di...

Troppo silenzio sul carcere di Santa Maria Capua Vetere

C’è qualcosa di terribile in questa vicenda del massacro dei detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Ed è il silenzio assordante del...

Tortura, la legge c’è ma non decolla

Il 17 febbraio scorso dieci agenti di polizia penitenziaria, in servizio nell’ottobre 2018 nel carcere di San Gimignano, sono stati condannati dal giudice dell’udienza...