Tag: no pass
Non solo neofascisti e anarchici, soprattutto i “senza volto”
Quella destra estrema del web e della piazza
Il rancore sociale alla base della strana alleanza “no pass”
Oggi ci stupiamo di vederli distruggere insieme, manifestare, prendersela con la Cgil come se fosse un bersaglio qualunque. Ma come? Anarchici e neofascisti uniti, a Roma e a Milano, contro la “dittatura sanitaria”? Ma come, anche a Milano, sabato sera, volevano attaccare la Camera del lavoro? E a Trieste il movimento che annunciava sfracelli è entrato prima in crisi, con le dimissioni del suo portavoce che voleva sospendere le proteste, e poi è stato dissolto, anzi disciolto, dai lacrimogeni e da qualche carica della polizia.
Erano trecento al presidio, ma quando sono partite le cariche, al porto di Trieste e poi in città, sono arrivati migliaia di lavoratori, studenti, gente comune, tutti contro il green pass, gli scontri con le forze di polizia si sono moltiplicati. Speriamo solo che questa decisione del ministero dell’Interno di intervenire per liberare i varchi del porto presidiati, non si riveli un boomerang, non faccia salire la tensione a livello nazionale, perché potrebbe esplodere una pentola a pressione che da troppo sta sul fuoco. Mentre ancora si vota per i ballottaggi, anche a Trieste, la degenerazione delle manifestazioni e l’uso della forza da parte della polizia segnalano la drammaticità del momento.
Il movimento “no pass” in Francia e i dubbi a sinistra
Cosa dicono le piazze di Roma e Milano
Ora basta!
È tempo di sciogliere Forza Nuova, l’organizzazione di estrema destra che ieri ha organizzato l’assalto alle istituzioni democratiche. I suoi militanti hanno sfondato il portone della sede nazionale della Cgil. Sono entrati distruggendo gli uffici di pianoterra e del primo piano. Tra di loro, anche il segretario nazionale, Roberto Fiore, e quello romano, Giuliano Castellino. Poi, centinaia di militanti e simpatizzanti dell’estremismo fascista hanno assediato Palazzo Chigi, sede del governo, e il Parlamento, che è stato “evacuato” e chiuso per motivi di sicurezza. Solo intorno alle 20,30, le forze dell’ordine sono riuscite a liberare Palazzo Chigi.
In nottata, Roberto Fiore e Giuliano Castellino e una decina di partecipanti all’attacco “eversivo” di sabato pomeriggio nella capitale, sono finiti in carcere. E mentre al presidio democratico davanti alla sede nazionale della Cgil, i leader sindacali hanno annunciato per sabato prossimo una grande manifestazione nazionale antifascista e democratica, a Roma, esponenti del Pd (Emanuele Fiano) hanno rivelato che domani mattina chiederanno al governo di sciogliere con un decreto legge Forza Nuova, “movimento dichiaratamente fascista”, e gli altri movimenti dichiaratamente fascisti, ai sensi della legge Scelba, che vieta la ricostituzione del partito fascista.
Il “green pass” e il paradosso di un’estrema destra “delle libertà”
I “no vax” e i “no pass” non sono soltanto una rumorosa piazza autoconvocata secondo la più pura modalità di formazione dei movimenti odierni, non priva di aspetti confusionari e qualunquistici; sono anche un tentativo di egemonia e rilancio a livello di massa dell’estrema destra europea. In Germania – dove tuttavia i risultati elettorali dicono che Alternative für Deutschland è rimasta al palo – al centro della campagna reazionaria non ci sono stati più gli immigrati, e come difendersi dalla loro “invasione”, ma proprio le restrizioni imposte dalla pandemia. Si soffia là dove sembra esserci la brace viva del risentimento sociale, per cercare di far divampare l’incendio.
È una strategia ben nota, basata su una logica dell’inversione reattiva che consiste in questo: se a sinistra è all’ordine del giorno la rivoluzione (come accadde in Italia e altrove sull’onda dell’Ottobre sovietico), si metterà allora in atto una “controrivoluzione preventiva” che assumerà le vesti di una “rivoluzione nazionale”; se – molti decenni dopo – a sinistra si parlerà di multiculturalismo, si batterà sulla cultura, sulle radici cristiane nel senso di un richiamo identitario, per proporre un Occidente avvitato su se stesso e un mondo in cui ciascuno, per preservare le proprie usanze, se ne stia a casa propria. Non c’è quasi tematica inizialmente di sinistra a cui non si possa fare lo sberleffo capovolgendone il significato.
“No vax” e “no pass”, all’attacco o in ritirata?
Quello spontaneismo della rete che si fa Antistato
Politica e conflitto sociale oggi
Sarà ciò che il nostro Guido Ruotolo chiama lo "spontaneismo della rete" a dar vita a fenomeni come quelli cui stiamo assistendo, certo è che il passaggio dalle invettive a trecentosessanta gradi, e dagli insulti ad personam, all'incitamento a prendere le armi – da parte di "comuni cittadini", come li definisce la polizia, cioè non facenti parte di gruppi organizzati –, denota la tendenza a un salto di qualità. Non siamo più alle chiacchiere da bar e al discorso complottista attraverso cui esprimere il proprio risentimento contro i potenti, ma dinanzi a qualcosa che va prendendo la forma di un – sia pure scomposto – conflitto sociale vero e proprio. Sono individui soli, frammentati e dispersi nel cyberspazio di una comunicazione senza capo né coda, che però, con un estremo grido, si muovono verso una qualche forma di organizzazione.
La cosa è visibile ormai da anni, per quanto riguarda l'Europa, soprattutto in Francia: movimenti sociali del genere "gilet gialli", e oggi del tipo "no vax" e "no pass", si autoconvocano mediante la rete, dandosi periodicamente appuntamento in piazza, quando non nelle rotonde per mettere su un blocco stradale, senza che vi sia una chiara direzione in queste agitazioni prive di leader, senza una precisa linea politica, con un'ambiguità di fondo che fa sì che partiti e gruppi, di destra e di sinistra, siano al loro rimorchio (per lo più nella speranza di lucrare qualche voto, quando sarà).