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Del Pd, del centrosinistra, e di alcuni bricconi

Stavolta il Pd e il suo segretario hanno dimostrato coerenza: non si poteva arrivare a una mediazione al ribasso. Bisognava tenere il punto sul...

Disegno di legge Zan: il caro estinto

La peggiore previsione di ieri si è avverata oggi nell’aula del Senato. La “tagliola”, con la concessione del voto segreto, ha fatto sì che il disegno di legge Zan contro l’omobitransfobia – il cui titolo breve reca “Contrasto della discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilità” – sia stato affossato. Le due proposte presentate da Lega e Fratelli d’Italia, le cosiddette “tagliole”, volte a non far passare l’aula all’esame degli articoli della legge uno per uno, hanno funzionato; così come ha funzionato la scelta della presidente di provenienza berlusconiana, Maria Elisabetta Alberti Casellati, di concedere il voto a scrutinio segreto. La mossa della destra è passata con 154 voti a favore e due astenuti; i contrari sono stati 131.

“Hanno voluto fermare il futuro e riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà”, ha dichiarato a caldo Enrico Letta dopo la bocciatura de facto del disegno di legge. Un provvedimento identitario per il centrosinistra e per il Pd in particolare, dopo lo sforzo che lo stesso Letta, in discontinuità con la posizione tenuta a luglio, aveva avviato una frenetica corsa alla mediazione con le altre forze politiche negli ultimi giorni. Una volontà che non ha sortito alcun effetto.

Chi si rivede? Il disegno di legge Zan

Il disegno di legge Zan riprende il suo iter interrotto a luglio con la novità che ci sarà una mediazione, annunciata dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha affidato al padre della legge – Alessandro Zan – di avviare un’esplorazione con le altre forze politiche al fine di cercare un’intesa per l’approvazione del testo. La legge deve essere portata a casa, pur se con alcune modifiche definite da Letta “non sostanziali”. L’obiettivo è riprendere il dialogo con Italia viva e arrivare a un compromesso anche con Forza Italia, e farlo in tempi record.

La deadline è per domani, mercoledì, giornata in cui il disegno di legge verrà discusso in aula al Senato, dove Lega e Fratelli d’Italia sarebbero intenzionati a presentare due proposte “tagliola” che affosserebbero definitivamente la legge, non facendo passare all’esame dell’aula gli articoli del provvedimento. Zan, insieme alla capogruppo Pd a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, stanno in queste ore portando avanti una consultazione tra le forze politiche volta a scongiurare questo atteggiamento ostruzionistico.

Piccolo discorso sull’identità di genere

Non sorprende il vicolo cieco a cui sta mettendo capo la telenovela parlamentare intorno al disegno di legge Zan. Nei parlamenti italiani, infatti, c’è...

Contro il parere ufficiale del Vaticano, si approvi al più presto...

La lunga telenovela parlamentare intorno al disegno di legge Zan, fermo da tempo in commissione Giustizia del Senato a causa dell’atteggiamento ostruzionistico della destra, si è arricchita di una mossa a sorpresa da parte del Vaticano, che “informalmente” (cosa voglia dire in questo contesto un avverbio del genere, ce lo spiegheranno poi gli esperti di diritto internazionale) fa sapere allo Stato italiano, con un nota consegnata all’ambasciatore presso la Santa sede, che la legge sarebbe in contrasto con alcuni punti del Concordato. È appena il caso di ricordare che il disegno di legge introduce delle aggravanti per chi aggredisce in modo violento o insulta una persona omosessuale, transessuale, o anche un disabile (in sostanza una estensione della legge Mancino che già punisce in modo specifico reati come l’espressione dell’odio razziale, le manifestazioni di antisemitismo e simili). Perché mai la Chiesa dovrebbe sentirsi limitata nella propria libertà di pensiero da un simile provvedimento? Non fu papa Bergoglio a pronunciare un giorno le cristianissime parole “chi sono io per giudicare?”, aprendo una volta per tutte – così si sperava – a un riconoscimento di quelle forme di vita fino a ieri messe al bando come “disordine” dalla dottrina ufficiale cattolica?