
Si è svolto a Roma, sabato 29 gennaio 2022, l’annunciato corteo contro tutti gli sgomberi: hanno partecipato unitariamente i movimenti per l’abitare di Roma, Spin time, le occupazioni a rischio sgombero da Valle Fiorita a Viale delle Province, da via Ciamarra alle famiglie della Larex di Ostia, presenti anche i sindacati inquilini, Unione inquilini e Asia, associazioni come Nonna Roma e gli studenti. Una manifestazione come tante? No.
È stata una manifestazione seguita al “no” dei sindacati inquilini – Sunia, Sicet –, Unione inquilini e Asia a partecipare alla prima riunione del tavolo sugli sfratti in prefettura. Un “no” motivato dal mancato invito ai movimenti. Una manifestazione da valutare non solo in base al numero dei partecipanti, comunque migliaia, ma soprattutto per il suo dato politico. In primo luogo i movimenti per l’abitare, e in secondo luogo i sindacati inquilini, hanno rifiutato i tavoli separati, perché il diritto alla casa è uno, e non si devono contrapporre sfrattati a occupanti, famiglie in graduatoria con quelle nei residence.
L’indicazione politica e il punto, su cui convergono i movimenti per l’abitare e i sindacati inquilini, è che la precarietà abitativa – delle famiglie sfrattate, delle famiglie costrette a occupare, di quelle costrette ad “abitare” graduatorie, o di quelle nei residence – si affronta garantendo il passaggio da casa a casa. E per garantire ciò serve che a Roma, come del resto in tutta Italia, vengano messe a disposizione più case popolari; non servono interventi tampone con contributi che al massimo garantiscono lo slittamento di qualche mese dello sfratto.
Al Comune di Roma, alla Regione Lazio e al prefetto, il messaggio è arrivato chiaro, ribadito con forza dalle migliaia di partecipanti al corteo. Durante l’incontro in prefettura con la delegazione del corteo è stato comunicato che presto ci sarà una convocazione, e questa volta con invito a tutti. Forse un primo risultato è stato raggiunto. Vedremo e seguiremo gli sviluppi.
Ma c’è dell’altro che si muove, qualcosa che è strettamente connesso con il terreno unitario che si è costruito a Roma. In Italia un fiume di denaro sta scorrendo verso città e regioni, viene dal Piano innovativo qualità dell’abitare (Pinqua), dal Pnrr, dai Piani di rigenerazione dei Comuni, dai piani integrati delle aree metropolitane.
Si parla di decine di miliardi di euro. Il Pinqua vede un finanziamento per 2,8 miliardi di euro; dal Pnrr per i Piani di rigenerazione urbana ci sono 3,3 miliardi di euro; per i Piani integrati delle aree metropolitane ci sono 2,5 miliardi. A questi andrebbero aggiunte le risorse per l’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e i due miliardi di euro del fondo complementare per la riqualificazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
A Roma, in aggiunta alla quota delle risorse del Pinqua e dei Piani di rigenerazione urbana, sono previste risorse per 1,5 miliardi di euro per il Giubileo, così come per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica sono arrivati 240 milioni di euro, in buona parte destinati a Roma. Per l’area metropolitana di Roma sono disponibili 330 milioni di euro per piani integrati che devono essere presentati entro il 7 marzo 2022.
Tenuto conto di quanto sopra esposto, in sintesi, ma anche della necessità dell’effettivo superamento delle disuguaglianze e del disagio abitativo nelle nostre città, è nata l’esigenza di istituire un Osservatorio nazionale e, a seguire, degli osservatori locali.
Questo Osservatorio nazionale, sul Pnrr per l’abitare e sui progetti per la rigenerazione, vede la partecipazione di: Forum disuguaglianze, Terzo settore, Università (Roma, Trieste, Politecnico Milano, Bari ecc.), Cgil, Legambiente, Verdi Ambiente e Società, Unione inquilini, Rete dei numeri pari, ma con l’intento di ampliare ulteriormente i soggetti partecipanti.
La verifica dei progetti, la loro qualità, l’effettiva attuazione dei programmi e le eventuali ricadute sulla vita dei cittadini e sulle città, sono temi che non possono essere lasciati al governo o ai soggetti attuatori, cosi come le questioni, garantite dalla Costituzione, della co-progettazione, della co-programmazione, e della partecipazione dei soggetti finali interessati devono diventare parte qualificante del percorso del Pnrr fino al 2026. Un compito che l’Osservatorio vuole adempiere, e su cui continueremo a informarvi.
*Ex-segretario nazionale Unione inquilini