• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Articoli » Roma, mediocrità batte visione

Roma, mediocrità batte visione

I 5 Stelle e il Pd divisi nella corsa al Campidoglio, e privi di identità anche a livello nazionale

12 Maggio 2021 Paolo Barbieri  524

Una giornalista, stimata collega e amica femminista, rivendicava tempo fa, giustamente, il diritto a sostenere donne mediocri per le cariche pubbliche elettive, come segno di parità in un mondo nel quale gli uomini mediocri non mancano; anzi, spesso sono la maggioranza, e senza destare scandalo. Curiosamente, la stessa persona non si accodò neppure per un istante alle celebrazioni per l’elezione di Virginia Raggi, storica prima sindaca della capitale, la cui esperienza amministrativa, guardata a posteriori, potrebbe rappresentare invece esattamente la dimostrazione della validità di quella teoria sulla parità di genere. Per ora invece Raggi passa, se non alla storia, nella cronaca quotidiana della politica nazionale come l’ostacolo principale su cui si infrange il progetto di una alleanza fra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico alle prossime elezioni amministrative. Roma per ora ha da scegliere fra la prima cittadina uscente, un grigio ex ministro del Pd come Roberto Gualtieri, il divo confindustriale dei talk show, Carlo Calenda, e un grande punto interrogativo per quanto riguarda la coalizione di destra. Difficile immaginare entusiasmo e code alle urne; ancora più arduo immaginare una ricomposizione al secondo turno per mobilitare gli elettori contro le destre (pericolo “fascismo”? con gli alleati di governo Lega e Forza Italia?).

È relativamente poco interessante qui seguire le contorsioni quotidiane dei due alleati per caso, che hanno in comune soprattutto due lustri di astio reciproco, e di una comunicazione politica basata sulla mostrificazione dell’altro (che tornerà di moda se, come pare più che possibile, Pd e 5 Stelle correranno separati, oltre che a Roma, anche a Milano e Torino). La domanda che forse sarebbe più utile porsi è se esista un modello, una visione di città, un’idea di società con qualcosa in comune fra le due forze principali del futuribile “nuovo centrosinistra”.

Anche lasciando perdere la controversa questione delle condizioni in cui ha trovato le municipalizzate, o l’affanno della giunta capitolina nella gestione dei rifiuti e dei trasporti, sarebbe impossibile parlare di Roma senza giudicare l’immobilismo di Raggi sulla progettazione delle reti infrastrutturali (in piena continuità con i predecessori Alemanno e Marino, quest’ultimo però “segato” prematuramente, come tutti ricordano, proprio dal Pd), oppure il suo mutismo di fronte alla crescente disperazione sociale dei senza casa, “curata” a colpi di sgomberi e proclami senza risultati apprezzabili. Così come non avrebbe senso dimenticare che il Piano regolatore delle diciotto “centralità urbane” di Walter Veltroni fu autorevolmente stroncato, a suo tempo, anche da Walter Tocci, e ha prodotto più che altro una pioggia di centri commerciali il cui valore aggiunto per la città resta fortemente in dubbio.

Il caso di Roma resta tuttavia fortemente indicativo della debolezza politica, per non dire del vuoto di idee, che accompagna l’accidentato percorso di avvicinamento fra 5 Stelle e Pd. Il primo arriva alla riconferma della candidatura di Raggi sostanzialmente per decisione individuale della stessa sindaca. Il secondo candida Gualtieri, paradossalmente, come effetto della stessa volontà: se non ci fosse stata Raggi di mezzo, il segretario del Pd Enrico Letta era pronto a lanciare il suo predecessore Nicola Zingaretti. Il Pd sembra ancora prigioniero dell’antico schema ulivista della quercia e dei cespugli, inapplicabile però a una forza che, nonostante la sua crisi, resta in doppia cifra percentuale anche nei sondaggi più severi. Quindi riesce a fare politica laddove può legittimamente imporre i suoi candidati; va in affanno dove serve un compromesso o almeno un negoziato. Le due forze, comunque, esprimono per ora – ma magari ci sorprenderanno in campagna elettorale – la stessa debolissima idea: per governare Roma basta un buon amministratore.

È vero, l’ex leader democratico sta guidando in qualche modo la Regione Lazio fuori dai marosi della pandemia, ma nella vicenda politica nazionale è stato sconfitto due volte da Renzi (che prima lo ha costretto a dire sì al Conte 2, poi lo ha fatto saltare, proprio quando Zingaretti puntava a farne il trampolino del nuovo centrosinistra), e difficilmente lo si potrebbe considerare oggi portatore di una “visione” per il Campidoglio. La sindaca, dal canto suo, è uscita indenne dai suoi guai giudiziari; e si sa che per la domanda di cambiamento della quale il Movimento 5 Stelle è espressione già il fatto di “non rubare” è un segno sufficiente di capacità amministrativa.

Per risollevare questo panorama di uniforme mediocrità, servirebbe uno scatto di reni, magari sollecitato dal livello nazionale. Per ora, Conte appare impantanato nelle vicende burocratico- giudiziarie e non ha ancora chiarito se intende fare del Movimento un partito ecologista-atlantista, alla tedesca, o una sorta di Margherita 2.0 “che dialoga con la sinistra”, come forse preferirebbe Luigi Di Maio. Mentre Letta non ha ancora dato segni di aver compreso che la nuova Casa Bianca ha cambiato decisamente rotta, almeno per quanto riguarda la politica economica, e che il minimo sindacale per il suo partito sarebbe provare a mettere le vele a vento, anche se questo gli dovesse costare qualche attrito con il governo Draghi e la composita maggioranza che lo sostiene. Visione, appunto, contro mediocrità. Per ora vince la seconda.

Archiviato inArticoli
Tags5Stelle Carlo Calenda Enrico Letta nicola zingaretti Paolo Barbieri Pd Roberto Gualtieri Roma sindaco Virginia Raggi

Articolo precedente

Migranti: da Minniti a Draghi nulla è cambiato

Articolo successivo

Israele e Gaza, una narrazione coloniale

Paolo Barbieri

Articoli correlati

Roma, il progetto Fori: ben oltre l’Expo

Meloni, Salvini e la trappola del Mes

Intelligenza artificiale: la fotografia del Pd

La missione di Elly

Dello stesso autore

Meloni, Salvini e la trappola del Mes

Il fortino di Giorgia Meloni

Da Meloni a Meloni, un anno dopo

La manovra, il “soprammobile” e il destra-centro

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Bergoglio papa della “rivoluzione pluralista”
Riccardo Cristiano    29 Novembre 2023
Il governo Meloni allergico al conflitto
Paolo Andruccioli    28 Novembre 2023
Educazione all’affettività nelle scuole? Una retorica da bar
Stefania Tirini    24 Novembre 2023
Ultimi articoli
La foga contro-riformatrice della destra
Stefania Limiti    30 Novembre 2023
A sinistra niente di nuovo
Vittorio Bonanni    28 Novembre 2023
Dalla scissione della Linke un nuovo partito populista in Germania?
Agostino Petrillo    23 Novembre 2023
Liberia, il passaggio di Weah all’avversario
Luciano Ardesi    22 Novembre 2023
Milei, una batosta per il peronismo
Claudio Madricardo    21 Novembre 2023
Ultime opinioni
Politici dalla doppia vita
Guido Ruotolo    30 Novembre 2023
Lettera sul femminicidio
Lorenzo Cillario    27 Novembre 2023
Franco Prodi, un negazionista all’attacco del papa
Enzo Scandurra    22 Novembre 2023
La campanella suona a Campi Bisenzio
Stefania Tirini e Alessia Bruno*    10 Novembre 2023
Ancora su stragi mafiose e dintorni
Guido Ruotolo    10 Novembre 2023
Ultime analisi
Antisemitismo tra i giovani di sinistra?
Giorgio Graffi    27 Novembre 2023
Il laboratorio olandese ripropone lo slogan “socialismo o barbarie”
Michele Mezza    24 Novembre 2023
Ultime recensioni
Ken Loach contro l’oscenità della speranza
Rossella Lamina    27 Novembre 2023
A proposito di una mostra su Italo Calvino
Michele Mezza    6 Novembre 2023
Ultime interviste
La Terra ha gli anni contati. Serve una Costituzione mondiale
Paolo Andruccioli    5 Ottobre 2023
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Claudio Madricardo covid destra elezioni Elly Schlein Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Matteo Salvini Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA