Tag: criminalità organizzata
Salvador, Bukele e le bande criminali
Sotto il Vesuvio, l’intreccio tra politica e camorra
Perquisizioni a tappeto, incriminazioni per mafia, per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. E poi le commissioni d’accesso prefettizie che lasciano intuire un destino segnato: lo scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni di mafia. Solo oggi è tornata l’antimafia investigativa e amministrativa nei comuni sotto il Vesuvio: Castellammare di Stabia, Torre Annunziata, Torre del Greco, Ercolano. Si tratta di centinaia di migliaia di cittadini sotto scacco. Ma questa volta non c’è più quella ribellione della società civile che ha accompagnato, sostenuto, applaudito l’attività della magistratura e delle forze di polizia negli anni Novanta e nei primi del nuovo millennio.
Oggi colpiscono il silenzio della gente e la permeabilità del nuovo ceto politico locale. Debole, non in grado di reagire, connivente più per paura, e forse incapacità di comprendere quello che accade, che per consapevole partecipazione alle attività dei vecchi clan che sono tornati. La camorra ha rialzato la testa perché lo Stato non è stato in grado di prevenire e colpire, di creare anticorpi, di avere sentinelle sui territori. Fa impressione la capacità di penetrazione nelle amministrazioni pubbliche della camorra. Nei giorni scorsi, buona parte dell’amministrazione comunale di Torre Annunziata, funzionari comunali e imprenditori sono finiti indagati (e perquisiti) per i loro rapporti con gli eredi del clan di Valentino Gionta.
Haiti, politica e delitto
Si chiama così, Politik und Verbrechen, un libro di saggi di Enzensberger pubblicato nel 1964, che però prendeva in esame la dittatura di Trujillo nella Repubblica dominicana lasciando da parte l’altro despota collocato sulla stessa isola delle Grandi Antille, quel Duvalier di Haiti, alias “papà Doc”, che – a differenza di Trujillo, abbattuto in un attentato – morì tranquillo nel suo letto nel 1971. Volendo fare un’altra citazione, fu Graham Greene, invece, ad ambientare nella Haiti di “papà Doc” e dei suoi uomini di mano, i famigerati tonton macoutes, il romanzo I commedianti. Questo per dire che la letteratura si è interrogata intorno al buco nero costituito dal nesso tra politica e gangsterismo, come intorno a una specie di fondo tenebroso del potere, più di quanto non abbiano saputo fare la filosofia e la sociologia: delineando, in questo modo, una geografia politica della violenza antillana dalle forti risonanze metaforiche.
Dove erano gli uomini della sicurezza quando, nella notte di mercoledì 7 luglio, una trentina di uomini armati hanno attaccato la residenza del presidente haitiano, facendo fuori lui e ferendo gravemente sua moglie? Come mai nessuno dei sorveglianti è risultato ferito? Jovenel Moïse era un tipico politico di stampo berlusconiano (diremmo noi), un industriale delle banane diventato presidente.