• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Opinioni » La guerra e il nulla

La guerra e il nulla

Il ricordo di un altro conflitto “patriottico”, nella ex Jugoslavia, più di vent’anni fa

23 Febbraio 2023 Claudio Bazzocchi  1164

La guerra uccide gli uomini e le donne, devasta le case, le strade, le piazze, i ponti, le fabbriche, le ferrovie, i palazzi pubblici, gli impianti sportivi, i campi coltivati. Ma c’è un’altra distruzione di cui quasi nessuno si occupa. Nei talk show, come nelle cartine degli esperti militari, non ci sono le distruzioni delle menti, dei cuori, della razionalità politica, del pensiero. In tempo di pace si può studiare, nelle pagine di filosofi e psicoanalisti, che l’identità si costruisce sempre a due, perché il pensiero che ci costruisce in quanto esseri umani ha bisogno di rimbalzare su un’altra cultura, affinché il gioco di un incontro tra simili che avvicina, ma non stringe in un “uno” compatto, faccia nascere il pensiero, le domande, la creatività artistica o filosofica. Affinché possa insomma mantenerci su quel confine in cui l’incertezza diventa, paradossalmente, potenza creativa e quindi identità.

Appena scoppia la guerra, filosofi, poeti, psicoanalisti, vengono considerati inutili produttori di chiacchiere: persino il papa viene visto come un fastidio se non, addirittura, come il servo di una delle parti in conflitto. Ecco la guerra, che devasta non solo le case, e uccide non solo le persone, ma anche i cuori e le menti dei vivi. La guerra è fatta in nome della civiltà, ma, nello stesso tempo, distrugge le basi della civiltà.

Mi sono trovato a discutere della guerra nella ex Jugoslavia, in un contesto praticamente di famiglia, più di vent’anni fa in Croazia, poco tempo dopo la fine delle ostilità. Contestavo agli amici croati il fatto che loro, alla guerra, mettessero sempre l’aggettivo “patriottica”. La guerra era per loro domovinskirat, e in ogni città era nata una “via della guerra patriottica”, una ulicadomovinskog rata. E chiedevo loro: ma non capite che i tre capi nazionalisti hanno allo stesso modo utilizzato la guerra per legittimarsi, per creare una statualità di tipo nuovo, autoritaria, fondata su economie criminali, e che quindi in tutto ciò c’era ben poco di patriottico e resistenziale?

La risposta – di cittadini non nazionalisti e persino di sinistra – era sempre, immancabile: puoi avere anche ragione, ma quando c’è la guerra bisogna difendersi, non bisogna stare troppo a pensarci. E la mia contro-domanda era: ma difendersi da cosa se non dalla guerra che riduce tutto alla dialettica aggressore/aggredito, e toglie spazio alla razionalità politica, alla capacità di vedere con lucidità le forze in campo, i loro disegni e, soprattutto, il fatto che le guerre sono sempre fra vicini che, nei secoli, hanno vissuto in quel benefico e salutare confine che ne ha intrecciato le storie, le culture, i pensieri, i modi di fare, in quel territorio, che va da Nova Gorica a Skopje, diventato per un lungo periodo addirittura un unico Stato proprio in virtù di quell’intreccio?

Mi rendo conto che dentro la guerra è difficile mantenere la lucidità politica, la capacità di pensare, di sentire che il vicino non è così “totalmente altro”, ma è anzi quello che ha fatto di te quello che sei, perché i tuoi pensieri sono rimbalzati sui suoi. Proprio per questo, chi sta fuori dalla guerra ha il dovere di mantenere la lucidità, di continuare ad appassionarsi all’analisi politica, all’entre-deux e alla condizione tragica degli esseri umani, esposti al nulla dell’insensatezza e, per questo, capaci di pensare la social-catena, la fratellanza, istituendo la vita contro la morte.

Purtroppo la nostra è un’epoca che adora il nulla già in tempo di pace. Infatti, se la vita non ha senso, allora tanto vale dissolvere se stessi nella sbornia della droga, dei consumi compulsivi, del divertimento, dell’egoismo, dell’individualismo. La guerra è allora una continuazione del nulla con altri mezzi, e per questo è oggi così amata, nonostante i proclami a favore della pace e la retorica (un programma della Rai, che spingeva per riempire di armi l’Ucraina, iniziava un anno fa le sue trasmissioni con la Guerra di Piero di De André come sigla).

In un libretto di vent’anni fa, Franco Cassano scriveva che “la dimensione civile del pensiero di Leopardi non scompare con il disincanto dell’età matura, ma acquista una dimensione più vasta e matura, perché dallo spettacolo del nulla egli si attende una formidabile reazione, convinto che la coscienza della comune fragilità offra agli uomini l’occasione per costruire una solidarietà planetaria, mettendo fine alla cattiva infinità dei massacri” (F. Cassano, Oltre il nulla. Studio su Giacomo Leopardi, Laterza, 2003). Dobbiamo decidere, soprattutto noi che non siamo coinvolti direttamente nelle violenze della guerra: o amarla da lontano, appassionandoci alle cartine e inventando retoriche sulla resistenza, o continuare a pensare un mondo oltre il nulla.

Archiviato inOpinioni
TagsClaudio Bazzocchi ex Jugoslavia Franco Cassano guerra

Articolo precedente

Congresso Fnsi: il giornalismo fra informazione e informatica

Articolo successivo

La lettera perfetta

Claudio Bazzocchi

Articoli correlati

Il significato di una parata militare

Bonaccini o non Bonaccini? È questo il problema?

La politica contro le catastrofi

La protesta degli studenti e l’ecologia politica

Dello stesso autore

Bonaccini o non Bonaccini? È questo il problema?

La politica contro le catastrofi

La protesta degli studenti e l’ecologia politica

Come Elly Schlein è diventata segretaria

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Emilia-Romagna, la catastrofe annunciata
Massimo Serafini    5 Giugno 2023
Perché i padroni si buttano a destra?
Michele Mezza    1 Giugno 2023
La destra all’attacco
Rino Genovese    30 Maggio 2023
Ultimi articoli
Affitti brevi: Nardella controcorrente
Agostino Petrillo    7 Giugno 2023
Scontri in Kosovo, le responsabilità del premier Kurti
Vittorio Bonanni    7 Giugno 2023
Visco e la gabbia della “moderazione salariale”
Paolo Barbieri    1 Giugno 2023
DeSantis versus Trump
Stefano Rizzo    31 Maggio 2023
Governo, ecco la riduzione delle tasse per i più ricchi
Paolo Andruccioli    30 Maggio 2023
Ultime opinioni
La crisi culturale della scuola italiana
Stefania Tirini    7 Giugno 2023
Il significato di una parata militare
Rino Genovese    5 Giugno 2023
Come usare l’eredità di don Milani
Michele Mezza    5 Giugno 2023
Le condizioni per la pace
Rino Genovese    29 Maggio 2023
La destra all’attacco della cultura
Michele Mezza    15 Maggio 2023
Ultime analisi
Città da riprogettare. Roma, il caso di Porta Maggiore
Paolo Andruccioli    6 Giugno 2023
Il cantiere eterno di Roma: soldi e misteri
Paolo Andruccioli    1 Giugno 2023
Ultime recensioni
Il ritorno di Moretti
Rino Genovese    22 Maggio 2023
Europa del Nord e socialdemocrazie: un passato senza futuro?
Claudio Bazzocchi    17 Aprile 2023
Ultime interviste
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
“Il governo Meloni illude i lavoratori”
Paolo Andruccioli    2 Maggio 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia Sandro De Toni sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA