• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Articoli » Partita a scacchi sul prezzo del gas

Partita a scacchi sul prezzo del gas

L’Europa ha raggiunto un’intesa sul “price cap”, superando la contrarietà della Germania, ma lo strumento introdotto diventerà operativo solo dalla metà del prossimo febbraio e la sua funzionalità andrà verificata

2 Gennaio 2023 Agostino Petrillo  572

Alla fine, si sono messi d’accordo. I Paesi europei hanno raggiunto una faticosissima intesa sul tetto del gas. Dopo mesi di negoziati difficili – con posizioni rimaste a lungo molto distanti (come abbiamo documentato qui) non solo per ragioni politiche, ma anche per differenti situazioni nazionali e distinte modalità di approvvigionamento energetico –, l’accordo, con la sola pervicace opposizione della Ungheria di Orbán, è stato raggiunto. Va detto, a onore del vero, che anche Austria e Paesi Bassi si sono astenuti – a riprova di un diffuso scetticismo sulla validità del provvedimento concordato. Il “tetto” previsto è, per la verità, ragionevolmente alto: 180 euro per megawattora, mentre il prezzo corrente è circa di 115 euro. Va detto, però, che l’estate scorsa il gas era entrato in orbita fino a raggiungere il costo stellare di 350 euro per megawattora.

Si tratta di uno strumento volutamente elastico. Il prezzo del gas, nel commercio all’ingrosso europeo, dovrà essere limitato quando si verifichino determinate condizioni: non appena superi i 180 euro, l’incremento sarà limitato a un massimo di 35 euro per megawattora, al di sopra del prezzo internazionale del gas naturale liquefatto (Gnl). “Non si tratta di un tetto fisso, ma di un tetto dinamico” – ha sintetizzato il ministro dell’Industria ceco, Jozef Sikela. Il meccanismo sostanzialmente garantisce che il prezzo non aumenti eccessivamente rispetto al prezzo effettivo del Gnl.

Il governo tedesco si è a lungo opposto a un simile meccanismo. I consiglieri del cancelliere Scholz temevano che la sicurezza dell’approvvigionamento sarebbe stata messa a repentaglio dall’introduzione di un tetto, perché il mercato del gas è mondiale, e i fornitori avrebbero potuto vendere il loro gas altrove, sui mercati asiatici, per esempio, dove era facile pensare potessero ottenere prezzi più alti di quello concordato in Europa. Il fatto che la Germania si sia finalmente decisa a sottoscrivere l’accordo, cui era stata a lungo contraria, dipende da una serie di misure di controllo che sono state introdotte rispetto alle precedenti versioni. Il ministro verde dell’Economia, Robert Habeck, così ha giustificato il voto favorevole: “Ora abbiamo definito molti strumenti che riducono chiaramente il pericolo di un effetto non ponderato”. Se la disponibilità di gas diminuisce, se è necessario un razionamento, o se il volume del commercio diminuisce, il meccanismo verrà sospeso.

Inoltre, dato che l’accordo diventerà operativo solo a partire da metà febbraio del prossimo anno, sarà possibile verificarlo in corso d’opera, valutarlo nel tempo: “Abbiamo davanti a noi una lunga fase di osservazione” – ha aggiunto Habeck –, “se si scopre che l’intervento sul mercato non è opportuno, spero che troveremo la forza politica per rimetterlo in discussione”. Dichiarazioni oltremodo prudenti, motivate dal fatto che, nonostante le misure finora prese e il ritorno al carbone, il fabbisogno di gas dei tedeschi è cresciuto oltre le previsioni.

Più nel dettaglio, le nuove norme introdotte prevedono che il price cap scatti solo ove il prezzo nella borsa all’ingrosso Ttf di Amsterdam arrivi a superare i 180 euro per megawattora per tre giorni consecutivi e, allo stesso tempo, sia superiore di 35 euro al prezzo internazionale del gas naturale liquefatto. Nel caso il meccanismo venga attivato, la sua applicazione non può andare oltre i venti giorni. Habeck, insomma, pur rimanendo guardingo, ha qualche ragione nel pensare che la complessa macchina di contenimento del prezzo sia stata “alleggerita” dalle componenti che la rendevano assai rischiosa e di dubbia gestione.

I politici e i media di casa nostra – molto meno cauti di quelli tedeschi – hanno celebrato l’accordo come un trionfo dell’“Occidente”, che metterebbe così in ginocchio la Russia, e risolverebbe la questione degli esorbitanti costi energetici. Va però chiarito che, nonostante il grande rilievo mediatico dato all’accordo, che ha fatto fantasticare i non addetti ai lavori di riduzioni a breve termine del prezzo del gas nelle bollette, il progetto riguarda essenzialmente i grandi clienti che fanno trading sulla borsa Ttf di Amsterdam – non i poveri consumatori finali. Il meccanismo infatti si applicherà ai contratti con i quali il gas viene scambiato, e questo scambio avviene con un mese, tre mesi o anche un anno di anticipo. I prezzi al consumo, tra l’altro, sono solo indirettamente influenzati dai prezzi all’ingrosso, e lo saranno “a scoppio ritardato”.

Certo, dopo l’annuncio i prezzi del gas sono leggermente calati: uno scacchista direbbe che, in questo caso, la minaccia è stata per ora più efficace della esecuzione della minaccia, ma in realtà la partita a scacchi sul gas è tutt’altro che chiusa. I russi, irritati, reagiscono con controminacce. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, lo ha detto a chiare lettere: “L’accordo dei ministri dell’Unione europea sul tetto al prezzo del gas è inaccettabile, è contrario ai principi del mercato (…), qualsiasi riferimento al massimale non può essere accolto”. Curiosamente, Peskov ha però aggiunto delle considerazioni che ricordano da vicino quelle di Robert Habeck, e che danno un’idea della complessità della questione, vista tanto da una parte quanto dall’altra dello schieramento: “Ci vorrà del tempo per soppesare a fondo i pro e i contro, e per elaborare una risposta adeguata da parte della Russia” – ha detto. Settimane fa, il Cremlino aveva annunciato che non avrebbe fornito gas ai Paesi europei che avessero sottoscritto un accordo per un tetto al prezzo del gas, anche se poi Putin ha corretto il tiro dichiarando più genericamente che “la Russia non esporterà nulla che vada contro i suoi interessi”. Nel frattempo, le forniture all’Italia pare che siano aumentate.

Per il momento, certo è soltanto che il price cap, nonostante le modifiche introdotte rispetto all’ipotesi originaria, potrebbe avere un effetto destabilizzante sui mercati, creando una situazione caotica. È chiaro, però, che i mesi che ancora ci dividono dalla sua eventuale applicazione e dalla valutazione delle conseguenze, il tempo di cui parlano sia Robert Habeck sia Dmitri Peskov, saranno decisivi anche per il conflitto in Ucraina; e, sotto questo profilo, saranno probabilmente gli sviluppi della guerra, ancora più delle transazioni di mercato, a decidere quanto efficace potrà essere la sua introduzione.

Archiviato inArticoli
Tags180 euro a megawattora Agostino Petrillo Dmitri Peskov gas Germania price cap Robert Habeck Unione europea

Articolo precedente

Il “mal di destra” che nessuna sinistra sta contrastando

Articolo successivo

Cosa dice alla sinistra la scomparsa di papa Ratzinger?

Agostino Petrillo

Seguimi

Articoli correlati

L’eterno ritorno dei “taxi del mare”

Studenti sotto le tende

Germania, verso una cittadinanza “turbo”?

“Noi puniamo!”. Prova di forza del governo a Caivano

Dello stesso autore

L’eterno ritorno dei “taxi del mare”

Studenti sotto le tende

Germania, verso una cittadinanza “turbo”?

“Noi puniamo!”. Prova di forza del governo a Caivano

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Caso Regeni a una svolta?
Rino Genovese    28 Settembre 2023
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
Ultimi articoli
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Meloni ci ripensa, banche in festa
Paolo Barbieri    27 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Storia dei razzismi” di Renato Foschi
Rino Genovese    2 Ottobre 2023
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA