• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Zzz-ripubb » Opinioni » Ritratto di Carlo Calenda

Ritratto di Carlo Calenda

L’ex candidato alla carica di sindaco di Roma si ritiene un erede del Partito d’azione; lo si direbbe piuttosto una figura di quella “commedia all’italiana” di cui suo nonno fu uno dei maestri

2 Agosto 2022 Rino Genovese  1579

(Questo articolo è stato pubblicato l’11 ottobre 2021)

Nel rispondere in tv in maniera peraltro triviale a Jasmine Cristallo (ma la nostra Sardina ha saputo tenergli testa), Carlo Calenda ha tirato in ballo un presunto “liberalismo sociale” di Carlo Rosselli e, prima ancora, di John Stuart Mill come antecedenti politico-culturali del gruppo da lui fondato, denominato Azione. È appena il caso di precisare che una cosa era il “socialismo liberale” di Rosselli – o il “liberalsocialismo” di Guido Calogero –, un’altra il pensiero liberaldemocratico di Mill, per il quale soltanto potrebbe valere la definizione di “liberalismo sociale”. Quelli di Rosselli e Calogero erano socialismi veri e propri – a tinte non marxiste ma soprattutto fortemente antistaliniste –, e per comprenderli appieno (come ha più volte sottolineato il direttore del “Ponte” Marcello Rossi) sarebbe opportuno parlare di socialismo libertario.

Il discrimine tra le due tradizioni, malamente messe insieme da Calenda (per la verità anche da altri negli scorsi decenni), è dato dall’anticapitalismo. Rosselli e Calogero non furono soltanto degli antifascisti, ma – soprattutto il primo – dei militanti che avevano perfettamente compreso il ruolo svolto dal fascismo nella salvaguardia dei privilegi e degli interessi borghesi, intendendo così abbattere il regime fascista non meno che superare il capitalismo.

Il problema del Partito d’azione (in sostanza la prosecuzione del movimento rosselliano di Giustizia e libertà) fu che, dopo avere giocato un ruolo di primo piano nella lotta antifascista e nella Resistenza, alle elezioni per la Costituente del 1946 prese l’1,4% dei voti. Le cerchie intellettuali possono svolgere un compito, in certi momenti, di avanguardia e di supplenza rispetto ai grandi partiti, perfino di militanza attiva in una lotta armata, ma – privi come sono di rapporti di massa consolidati – alla fin fine non reggono. Il Partito comunista e il Partito socialista, considerati insieme, raggiunsero nelle stesse elezioni il 40%. Di qui la crisi del Partito d’azione, che si sciolse e vide una sua parte o ritirarsi dalla politica o, come Ugo La Malfa, approdare al Partito repubblicano e divenirne poi il segretario, mentre una parte più consistente (i Riccardo Lombardi e i Vittorio Foa) confluiva nel Partito socialista.

Ecco, se a qualcosa e a qualcuno potrebbe essere avvicinato Calenda, è al moderatismo di un La Malfa, che fu a lungo punto di riferimento della borghesia cosiddetta illuminata (anche Gianni Agnelli fu un suo sostenitore) che, appoggiando la sua proposta di una “politica dei redditi”, intendeva porre un freno alle rivendicazioni operaie. Peccato che – durante il caso Moro, quando era già forse alquanto rimbambito – La Malfa se ne uscisse con l’idea della pena di morte ai terroristi. Se non fosse per questo non piccolo neo, lo si potrebbe ricordare come un coerente democratico.

Persona seria, comunque, La Malfa. Calenda è della stessa pasta? Qualche anno fa si fece eleggere al parlamento europeo nelle liste del Pd, giurando che mai e poi mai avrebbe abbandonato questo partito una volta eletto. Detto fatto, qualche settimana dopo vediamo Calenda, contro Renzi e la sua (tardiva) conversione a un governo con i 5 Stelle, allontanarsi dal Pd e fondare il proprio partitino personale. Un’operazione in cui – incredibilmente ma non troppo – sarà seguito dallo stesso Renzi. I loro due destini appaiono quindi del tutto accomunabili: se uno sfrutta l’occasione, anche l’altro sa sfruttarla, con tempestivo opportunismo. Calenda resta però un oppositore, a quanto sembra, di un’alleanza di centrosinistra con i 5 Stelle, mentre Renzi, appena un po’ più possibilista, pare avercela soprattutto con Conte.

L’uno e l’altro – con maggiore astuzia politica Renzi, con una specie di monocorde e moralistico “richiamo all’ordine” Calenda – sono esempi delle mille trasformazioni possibili del centrismo italico – di cui, imbattibile archetipo, resta però l’immarcescibile Clemente Mastella. Ambedue, Renzi e Calenda, sarebbero pronti a trasmigrare “dall’altra parte”, ovunque questa si trovi, pur d’inseguire i loro perscrutabilissimi disegni, come per esempio quello di una sospirata rielezione. Infine, due personaggi della “commedia all’italiana”, di cui proprio il nonno di Calenda, Luigi Comencini, fu tra i maestri.

Archiviato inOpinioni
TagsCarlo Calenda matteo renzi Rino Genovese socialismo Ugo La Malfa

Articolo precedente

Un partito del “reverse flow” per battere la destra?

Articolo successivo

L’Europa nel gorgo dei nazionalismi

Rino Genovese

Articoli correlati

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Dello stesso autore

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Caso Regeni a una svolta?
Rino Genovese    28 Settembre 2023
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
Ultimi articoli
Slovacchia, vince il partito contrario alla guerra
Vittorio Bonanni    3 Ottobre 2023
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
Singolarità Milano
Agostino Petrillo    3 Ottobre 2023
“Storia dei razzismi” di Renato Foschi
Rino Genovese    2 Ottobre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA