• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Le illusioni di Letta

Le illusioni di Letta

27 Luglio 2022 Rino Genovese  1459

Di fronte alla direzione nazionale del Pd, il 26 luglio, Enrico Letta ha detto delle cose fuori dalla realtà. Il segretario vuole illudere e probabilmente autoilludersi. Anzitutto non è vero che con questa legge elettorale non si possa arrivare a una sorta di pareggio. Nel 2018, con oltre il 32% dei voti e una maggioranza relativa sia alla Camera sia al Senato, il Movimento 5 Stelle poté dire di essere arrivato primo, ma ebbe bisogno di costruire maggioranze a destra e poi a sinistra per andare al governo. Non era esattamente un pareggio, ma qualcosa che gli assomigliava. E, visto che Letta ha imperniato tutto il suo discorso su “o noi o Meloni”, nulla vieta che, con un distacco minimo a favore della lista del Pd o di quella di Fratelli d’Italia per il raggiungimento della palma del primo posto, la differenza possa essere esile al punto che si possa parlare di un pareggio.

Di più, con un vantaggio sui 5 Stelle di ben quaranta deputati e di quasi trenta senatori, nel 2018 il cartello delle destre (identico a quello che si presenta oggi) restò parecchio lontano dalla maggioranza assoluta alla Camera e al Senato, tanto da non potere, pur con quei numeri, proporre nulla nel senso di un governo suo proprio. La legge elettorale, che è un misto di proporzionale e di maggioritario, è congegnata in modo tale che uno dei risultati probabili che ne possono venire fuori è quello di coalizioni da costruire in parlamento. In questo caso, ammesso che il Pd risulti il primo partito, con chi mai potrà fare il suo governo? È la domanda a cui Letta dovrebbe rispondere. E la risposta non può che essere: anzitutto con il Movimento 5 Stelle (a meno che questo non precipiti ulteriormente), e poi con i berlusconiani e la parte centrista del cartello delle destre. Punto.

C’è inoltre la questione Calenda, a cui Letta avrebbe aperto per un’alleanza elettorale. Questo personaggio, in simbiosi con Emma Bonino, ha detto e ripetuto più volte che non farebbe mai un accordo di governo con i populisti. Dunque che senso ha portarselo dietro, quando si sa che, nonostante le polemiche del momento, saranno proprio i 5 Stelle i potenziali alleati di Letta in parlamento? Al contrario, Calenda, da solo, potrebbe strappare qualche voto alla componente centrista dell’elettorato delle destre: persone che non voterebbero mai per un’alleanza che abbia come perno il Pd. Coerenza avrebbe voluto, semmai, che, messa da parte la rabbia per la caduta del governo Draghi, si fosse, nonostante tutto, sottoscritto un patto elettorale con i 5 Stelle. Per che cosa? Ma per cercare di vincere nei collegi uninominali in cui passa il candidato con il maggior numero di voti, e in cui soltanto l’alleanza fa la forza. O Letta pensa di potere risucchiare tutti i consensi residui dei 5 Stelle facendoli sparire dal panorama politico? Se così fosse, saremmo di fronte a un’altra illusione: perché i 5 Stelle, in virtù delle loro capriole e non nonostante le loro capriole, sono ancora quelli in grado di drenare un po’ del voto di protesta, più o meno qualunquistico o addirittura proveniente da una sinistra priva di espressione sua propria, e sono quindi un presidio sul versante dell’astensionismo e verso lo sbocco di questo voto a destra. In altre parole, se Letta, con la sua listarella appena un po’ allargata, può aspirare ad arrivare primo, sarà anche perché i 5 Stelle avranno trattenuto alcune delle componenti del rancore sociale dal votare per Fratelli d’Italia.

C’è infine l’illusione probabilmente più grossa. Letta pensa che si possano andare a cercare i consensi nell’elettorato berlusconiano residuo, che potrebbe essere seccato dalla infausta fine del governo Draghi, per la quale c’è stata un’indubbia corresponsabilità forzitaliota. Ma Letta ignora, o finge di ignorare, che lo zoccolo duro berlusconiano (tra l’altro, con un Berlusconi che ritorna a candidarsi) non voterà mai per il Pd che resta il partito più odiato. E Draghi? A questo tipo di elettore andava bene perché poteva garantire il Nord nella spartizione dei fondi del Pnrr, e perché toglieva di mezzo un governo come il Conte 2, considerato troppo a sinistra. Per il resto, di Draghi se ne fregano. Un governo con Meloni e Salvini, che i berlusconiani pensano ancora di poter condizionare – e magari anche, con un po’ di fortuna, di esserne l’ago della bilancia –, resta l’opzione preferita. Poi, certo, anche una nuova “unità nazionale” con il Pd, se le destre non avranno la maggioranza assoluta nei due rami del parlamento – ma votare direttamente per il Pd, questo mai!

Archiviato inEditoriale
Tags5 stelle destra elezioni legislative Enrico Letta Forza Italia Giorgia Meloni partito democratico Pd Rino Genovese Silvio Berlusconi

Articolo precedente

Liberalizzazioni: chi ha ragione e chi no

Articolo successivo

Catturati in rete: come si influenzano i risultati elettorali

Rino Genovese

Articoli correlati

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Il Pd nel solito tran tran

Morti sul lavoro, a chiacchiere tutti d’accordo (o quasi)

Dello stesso autore

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Wokismo e antiwokismo nella politica contemporanea

Il nostro Cile

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
I migranti, i 5 Stelle e il Pd
Rino Genovese    22 Settembre 2023
Studenti sotto le tende
Agostino Petrillo    21 Settembre 2023
Wokismo e antiwokismo nella politica contemporanea
Rino Genovese    19 Settembre 2023
Ultimi articoli
La Cgil riparte dalla società
Paolo Andruccioli    25 Settembre 2023
Guatemala, un presidente a rischio
Claudio Madricardo    22 Settembre 2023
Il Pd nel solito tran tran
Vittorio Bonanni    20 Settembre 2023
Morti sul lavoro, a chiacchiere tutti d’accordo (o quasi)
Paolo Barbieri    19 Settembre 2023
Caso Santanchè. Incredibile che sia ancora lì
Stefania Limiti    18 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
L’ultima rivoluzione dell’industria
Paolo Andruccioli    20 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA