• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Articoli » Pandemia in Germania. Un ritorno del rimosso?

Pandemia in Germania. Un ritorno del rimosso?

In controtendenza con la maggioranza degli altri Paesi europei, che questa estate avevano decretato l’obbligo vaccinale per diversi gruppi professionali, Berlino ha preferito voltare la testa dall’altra parte per opportunità politica. Ora sconta un ritardo preoccupante nella somministrazione dei vaccini

22 Novembre 2021 Agostino Petrillo  962

In cauda venenum, dicevano gli antichi. A fine ottobre, proprio nel momento in cui stava per scadere la validità delle norme anti-Covid stabilite nell’ambito dello “stato di emergenza”, la Germania si è trovata a fronteggiare la quarta ondata della pandemia. Nonostante la teutonica compostezza, il trauma collettivo è stato notevole, e perfino dai misurati media germanici, tradizionalmente meno urlati dei nostri, trapela la paura. La coalizione “semaforo” – cui, nonostante sia provvisoriamente ancora in sella Merkel, è toccato giovedì scorso decidere dei nuovi provvedimenti – ha scelto di intervenire energicamente. Le misure prevedono, infatti, che solo chi è vaccinato o è guarito dalla malattia, o ha fatto un tampone risultato negativo, può circolare liberamente o lavorare in presenza.

La nuova normativa, un insieme di misure che sostituisce completamente quelle previste dallo “stato di emergenza”, deve però attendere l’approvazione dei sedici Länder per entrare in vigore e diventare operativa, ma si spera che si tratti di tempi stretti. D’altro canto la situazione si è fatta di colpo pesantissima, dopo un periodo in cui il virus sembrava contenuto, in linea di massima. Soprattutto in Baviera e nei Länder dell’Est gli ospedali rischiano il collasso. “È un incubo da cui non riusciamo a risvegliarci e che diventa sempre peggiore”, ha dichiarato il direttore di un grande ospedale bavarese. La maggioranza dei pazienti delle terapie intensive sono non vaccinati di mezza età, intorno alla quarantina. La crescita del numero delle terapie intensive condiziona tutta la vita normale degli ospedali fino quasi a paralizzarla, date le cure particolari che vanno prestate ai pazienti, i tempi di dimissione e di recupero e l’impiego massiccio di personale che la presenza di questo tipo di degenti richiede. Le terapie normali e gli interventi vengono rinviati e persino le cure ai pazienti oncologici ricevono uno stop. Con l’occhio alla rapida crescita dell’incidenza della malattia si parla apertamente di una “catastrofe medica” incombente, nel giro di poco più di una settimana.

Alcune strutture ospedaliere hanno addirittura invocato l’aiuto della popolazione e sono state allertate le forze armate per dare eventualmente man forte al personale sanitario. Nonostante il presidente dell’ordine dei medici faccia mostra di un certo ottimismo riguardo alla tenuta del sistema nel suo complesso, il direttore di una clinica nel Comune di Freyung, particolarmente colpito dalla nuova ondata, ha detto: “Non è mai andata così male come sta andando adesso”, e ha aggiunto: “non ce la faremo ancora per molto, prepariamoci a un Natale terribile, che ricorderemo a lungo”.

Le autorità mediche si sono lanciate in una campagna di vaccinazione estrema e forse tardiva rispetto al dilagare del virus. Lothar Wieler – responsabile del Robert Koch Institute, come dire la massima istituzione responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive in Germania –, facente parte del ministero federale della Salute tedesco, ha dichiarato in un dibattito televisivo: “Si devono vaccinare tutti i vaccinabili altrimenti non ne usciamo, e non riusciremo a tenere la crisi sotto controllo”.

In realtà l’esplosione della situazione tedesca pare venire da lontano. In un precedente articolo di qualche mese fa avevamo messo in evidenza i ritardi nel programma di vaccinazione in Germania, ritardi che non sono stati completamente recuperati. In regioni come Baviera e Sassonia la media dei vaccinati è molto al di sotto della già modesta percentuale nazionale del 69%. Merkel, a suo tempo, aveva insistito a lungo sulla importanza della campagna vaccinale, senza peraltro ottenere grandi risultati, e questo per un insieme di motivi in buona parte riconducibili a ostacoli politici: da una parte, i “no-vax” tedeschi sono molto organizzati e attraverso di essi si esprimono tendenze trasversali di rifiuto dell’autorità statale, di sfiducia nella scienza, di critica dei media ufficiali; dall’altra, questo gruppo eterogeneo ma consistente vota, e il suo peso nella recente tornata elettorale per il cancellierato non era certo da sottovalutare. Così la campagna delle vaccinazioni è andata avanti in maniera fiacca, tra esitazioni e non detti, e anche molti Länder – gli Stati federali, cui era inizialmente demandato il controllo dell’epidemia – si sono mostrati in disaccordo sulle misure da prendere, tanto che alla fine la gestione dell’intera vicenda è stata avocata a sé dallo Stato centrale, ma il passaggio di consegne è avvenuto proprio nel periodo in cui ormai si approssimavano le elezioni.

Mentre gli altri Paesi europei avevano in maggioranza, già dall’estate, decretato l’obbligo vaccinale per diversi gruppi professionali, in Germania si è preferito voltare la testa dall’altra parte. In troppi avevano paura di spingere i “no-vax” nelle braccia del partito di estrema destra Alternative für Deutschland che li aveva a lungo espressamente corteggiati. Nessuno dei candidati ha avuto il coraggio di prendere una posizione a favore dell’obbligo, e adesso si preferisce non ricordarsene. Ora però che i buoi sono scappati si cerca di chiudere la stalla come si può: il governatore della Sassonia, Michael Kretschmer, ha detto che si voterà presto per un lockdown locale destinato a durare diverse settimane, finché non si inverta l’ondata.

Anche le energiche misure recentemente prospettate richiederanno tempo, nonostante nel paese cresca soprattutto da parte medica la richiesta della generalizzazione dell’obbligo vaccinale. In pratica circa il 70% dei nuovi casi sarebbero di non vaccinati, e la discussione se introdurre un obbligo generalizzato al vaccino, com’è stato fatto in Austria, o se limitare l’obbligo alle terapie da impiegare nei casi gravi, è molto aspra sia negli ambienti medici sia in quelli politici, mentre molti immunologi sostengono anche la necessità della terza dose. La questione spesso evocata nelle polemiche del “diritto alla malattia” e della sua vigenza nel bel mezzo di una pandemia appare quanto mai controversa, mentre i toni si accendono: Karl Lauterbach della Spd ha ricevuto minacce di morte per avere affermato che sono i non vaccinati il motore della quarta ondata.

Il timore di molti medici è che un eccesso di cautela politica possa ritardare ulteriormente l’attivazione di provvedimenti ormai urgenti se si vogliono evitare conseguenze drammatiche. Per la coalizione “semaforo”, che si appresta ormai ad assumere le cariche di governo, si prospetta dunque una serie di scelte non facili e un inverno tempestoso.

Archiviato inArticoli
TagsAgostino Petrillo covid Germania pandemia vaccini

Articolo precedente

La Libia verso elezioni contestabilissime

Articolo successivo

Il nodo della legge elettorale

Agostino Petrillo

Seguimi

Articoli correlati

Studenti sotto le tende

Germania, verso una cittadinanza “turbo”?

“Noi puniamo!”. Prova di forza del governo a Caivano

La Corte costituzionale e i crimini di guerra e contro l’umanità

Dello stesso autore

Studenti sotto le tende

Germania, verso una cittadinanza “turbo”?

“Noi puniamo!”. Prova di forza del governo a Caivano

C’è un grande Parco Verde

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
I migranti, i 5 Stelle e il Pd
Rino Genovese    22 Settembre 2023
Studenti sotto le tende
Agostino Petrillo    21 Settembre 2023
Wokismo e antiwokismo nella politica contemporanea
Rino Genovese    19 Settembre 2023
Ultimi articoli
La Cgil riparte dalla società
Paolo Andruccioli    25 Settembre 2023
Guatemala, un presidente a rischio
Claudio Madricardo    22 Settembre 2023
Il Pd nel solito tran tran
Vittorio Bonanni    20 Settembre 2023
Morti sul lavoro, a chiacchiere tutti d’accordo (o quasi)
Paolo Barbieri    19 Settembre 2023
Caso Santanchè. Incredibile che sia ancora lì
Stefania Limiti    18 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
L’ultima rivoluzione dell’industria
Paolo Andruccioli    20 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA