
L’attacco negazionista si dirige contro papa Francesco e le sue encicliche, Laudato si’ e, più di recente, Laudate Deum, nelle quali il pontefice mette in guardia l’umanità dai rischi della catastrofe climatica e non solo. Non sarebbe una novità se questo attacco non venisse dallo studioso della fisica dell’atmosfera (e non dei cambiamenti climatici), Franco Prodi, anche noto come fratello dell’ex presidente del Consiglio, Romano. Lo fa con una rancorosa intervista pubblicata il 16 settembre scorso su “La nuova bussola”, non certo una rivista scientifica, nota soprattutto per i suoi attacchi al nuovo corso di papa Francesco. L’accusa al papa è di avere sposato interamente le tesi, definite catastrofiche, dell’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, che comprende scienziati di tutto il mondo) e, dunque, rischiando di andare verso un vero e proprio suicidio della Chiesa, come ai tempi del caso Galilei.
Non è la prima volta che Franco Prodi – esperto del Cnr di fisica dell’atmosfera quanto digiuno dei cambiamenti climatici – sferra i suoi attacchi negazionisti, dimostratisi infondati. Qualche tempo fa l’editore di “Springer Nature”, che pubblica anche la famosa rivista scientifica “Nature”, dichiarò di aver ritirato uno studio sottoposto a peer-review a firma del fisico nucleare, Gianluca Alimonti, del meteorologo agrario, Luigi Mariani, e dei fisici Franco Prodi e Renato Angelo Ricci, perché presentava conclusioni fuorvianti circa l’impatto del cambiamento climatico.
Lo studio – Valutazione critica dell’andamento degli eventi estremi in tempi di riscaldamento globale – era stato pubblicato nel gennaio 2022 sull’“European Physical Journal Plus”, una rivista non nota per la pubblicazione di articoli scientifici sui cambiamenti climatici, e affermava che “sulla base dell’osservazione dei dati la crisi che stiamo vivendo oggi non è ancora evidente”.
Peccato che i dati citati dall’articolo fossero il risultato di una grossa manipolazione scientifica. E infatti la decisione di ritirare lo studio era arrivata dopo un’indagine sollecitata da un’ inchiesta di AFP (vedi qui) che aveva costretto “Springer Nature”, a seguito di un processo di revisione interna, a ritirare l’articolo poiché le conclusioni dello studio non erano “supportate dalle evidenze disponibili o dai dati forniti dagli autori”. Diversi scienziati del clima hanno affermato che lo studio aveva manipolato i dati, selezionato alcune informazioni ed escluso quelle che contraddicevano le conclusioni cui giungevano gli autori, spingendo così l’editore ad avviare la revisione interna.
“Dopo un’attenta considerazione e consultazione con tutte le parti coinvolte, i redattori e gli editori hanno concluso di non avere più fiducia nei risultati e nelle conclusioni dell’articolo”, ha dichiarato “Springer Nature”. I redattori della rivista hanno pubblicato una nota online (vedi qui) in cui spiegano che l’articolo è stato ritirato perché c’erano riserve sulla “selezione dei dati, l’analisi e le conclusioni derivanti”. L’addendum – prosegue la nota – “non è stato considerato adatto alla pubblicazione” e, pertanto, “la ritrattazione è stata la linea di azione più appropriata per mantenere alti i livelli dei contenuti scientifici pubblicati sulla rivista”.
Prodi ora ci riprova, questa volta alzando il tiro su papa Francesco e non solo. Prodi, cacciato dal Cnr, come lui stesso afferma, se la prende anche col mondo accademico, reo di condividere le tesi dell’Ipcc per non perdere i finanziamenti europei, contro quella da lui chiamata giornalistura, ovvero la dittatura dei giornali e perfino di premi Nobel come Parisi, accusato di avere impedito, insieme con altri (tra i quali Marcello Cini e papa Ratzinger), di svolgere alla Sapienza la sua lectio magistralis nel 2008, e ora invitato in Vaticano a presentare il Laudate Deum.