• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Discorsi ai bambini per l’infantilismo degli adulti

Discorsi ai bambini per l’infantilismo degli adulti

23 Maggio 2022 Luca Baiada  2071

È il 2021, il mandato di Sergio Mattarella volge al termine, si discute sulla successione. I partiti sono afasici e condizionati da ricatti lobbistici, le formule politiche suonano vuote di contenuto e astruse nelle forme, i problemi aperti sono parecchi e il personale istituzionale è inadeguato. Ci si sta rendendo conto che, fra ruggini e veti incrociati, gli ostacoli all’elezione del nuovo presidente pesano. Facendo visita a una scuola, mentre i bimbi sventolano bandierine, Mattarella si schermisce: “Io sono vecchio, tra qualche mese potrò riposarmi”. Tutti registrano con cura e, naturalmente, se molti si rammaricano in pubblico, ci sono altri che hanno l’acquolina in bocca in privato. Però, vecchio: che parola tabù, nel linguaggio della comunicazione. Si dice anziano, magari terza età. Al limite si parla di vasta esperienza, di lungo percorso; e Berlusconi, alle elezioni politiche, strizzando l’occhio alla prudenza risparmiosa, ha detto “sono l’usato sicuro”.

Con quel vecchio, che è una franca ammissione di umanità e anche una velata rinuncia, mentre parla a chi ha la vita davanti, Mattarella si affaccia sulla scelta del prossimo titolare del Quirinale e in pratica si mette di lato. Ma quest’anno, proprio lui, diventa il nuovo presidente. C’è la possibilità che, nell’insieme, le sue funzioni come capo dello Stato durino quasi tre lustri. Non è chiaro se quei bambini abbiano ricevuto spiegazioni.

Adesso Mario Draghi, in visita a una scuola nell’Italia profonda di una provincia, accolto con la musica e festeggiato anche lui con le bandierine, ricostruisce per la storia il suo arrivo a palazzo Chigi, la sua disponibilità quando è stato chiamato da Mattarella e persino le sue vicende personali. Ricorda l’importanza degli insegnanti, della famiglia; poi chiama tutti a fare un applauso per la moglie. Non manca una ricostruzione della guerra in Ucraina, ed è un sunto prezioso: Draghi spiega che se uno grosso grosso prende a schiaffi uno piccolo piccolo, bisogna intervenire. Qualcuno troverebbe un po’ troppo semplice, questa agenda con la politica internazionale già tagliata a bocconcini, pronta per lo zainetto dei quaderni e della merenda. Ma Draghi è Mario quello che risolve i problemi, Supermario, quello che al primo incontro con la Confindustria si sentirono più applausi che parole, quello che ci pensa lui, perché arriva la resilienza e tutto s’accomoda. E forse questa resilienza, moneta di nuovo conio, oggi che la resistenza si è trasferita in Ucraina, ha sottintesi che bisogna insegnare presto anche a chi deve crescere.

A parte la cronaca spicciola del giorno, è evidente che le dichiarazioni politiche provenienti da altissimi livelli, stagliate su fondali accattivanti, simpatici, preferibilmente alla presenza di giovani, meglio ragazzi e meglio ancora bambini, cominciano con la costruzione a tavolino di un corteo mediatico, ben prima degli incontri pubblici. Dopo proseguono, sull’onda del conformismo e della voglia di adeguarsi. Però, va sottolineato: se poi si vanno a rivedere le esternazioni per intero, si nota che i contenuti non sono interamente così, si vede che nella comunicazione rimbalzano e prendono corpo i segmenti verbali più miopi e ordinari. Insomma, politica e informazione fanno una gara al peggio, una rincorsa all’impoverimento del discorso.

Le vere vittime di questo brutto modo di comunicare non sono i giovanissimi, che in definitiva porteranno con sé, a lungo, un ricordo di festa e di importanza, non per forza negativo: quella volta che è venuto il presidente. A rimetterci sono tutti i cittadini, bersagli di puerilizzazione, di miracolismo portatile e alla mano. Niente di soprannaturale, però; anzi, semmai si porge un rimedio tutto di piatta naturalezza, ovvio, rassicurante come un emporio di paese, dove gli scaffali sono comodi. È una questione di formazione, di stile? Può darsi. Eppure, l’Italia ha saputo dare di meglio.  

Il figlio dei padroni di una drogheria, aperta nella Torino della belle époque da piccoli inurbati venuti dal Canavese, seppe essere decisamente moderno: si chiamava Piero Gobetti e si sollevò più in alto di un prezzario delle salamoie. Ma non rispettò i sottintesi del suo ceto: non fu resiliente rispetto all’andazzo delle cose di cent’anni fa. Si può essere il figlio del droghiere e ragionare e vivere senza la matita appoggiata su un orecchio. Perciò, neanche modi e toni appresi nel proprio ambiente giustificano tutto. Riprendendo le parole di Draghi, quando in un’altra occasione ha spiegato come e perché bisogna schierarsi sulla guerra in Ucraina, “non ci sono scuse, non ci sono scuse”.

I discorsi ai bambini, diffusi per l’infantilismo degli adulti, continueranno. Vengono in mente le madonne pellegrine del dopoguerra, che però servivano a mietere voti per la Democrazia cristiana e a favorire il piano Marshall, specialmente nelle zone a rischio di mobilitazione popolare. Oggi, in fondo, questi pellegrinaggi fra i banchi di scuola non servono neanche a tenere a bada qualcosa. Non si mettono a posto focolai di dissenso, solo si ribadisce una falsa vicinanza agli interessi dei cittadini, si disegna un vago bonus-consenso, una delega permanente, un assegno in bianco che dev’essere candido come l’innocenza. La cattiva informazione è una cartolarizzazione del potere, specula e scommette su un assenso emozionale, è un future ottimista sull’approvazione politica di ciò che è stato deciso a parte, oppure sarà deciso dopo, a tempo debito e senza discutere.

Archiviato inEditoriale
Tagscomunicazione politica discorsi ai bambini guerra informazione Luca Baiada Mario Draghi resilienza Sergio Mattarella Ucraina

Articolo precedente

Burkini o non burkini, questo il problema

Articolo successivo

Colombia, Petro in testa tra mille difficoltà

Luca Baiada

Articoli correlati

Il significato di una parata militare

Le condizioni per la pace

Guerre. La prossima in Libia?

Elly Schlein e i “grilli parlanti”

Dello stesso autore

La giustizia climatica bussa alla Corte dell’Aia

La Cassazione francese chiude l’operazione “Ombre rosse”

Governo Meloni: pronti al peggio che viene

Tribunali militari: congelato l’autogoverno

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Emilia-Romagna, la catastrofe annunciata
Massimo Serafini    5 Giugno 2023
Perché i padroni si buttano a destra?
Michele Mezza    1 Giugno 2023
La destra all’attacco
Rino Genovese    30 Maggio 2023
Ultimi articoli
Visco e la gabbia della “moderazione salariale”
Paolo Barbieri    1 Giugno 2023
DeSantis versus Trump
Stefano Rizzo    31 Maggio 2023
Governo, ecco la riduzione delle tasse per i più ricchi
Paolo Andruccioli    30 Maggio 2023
In Spagna sconfitta della sinistra alle amministrative
Vittorio Bonanni    30 Maggio 2023
Vince il Sultano
Vittorio Bonanni    29 Maggio 2023
Ultime opinioni
Il significato di una parata militare
Rino Genovese    5 Giugno 2023
Come usare l’eredità di don Milani
Michele Mezza    5 Giugno 2023
Le condizioni per la pace
Rino Genovese    29 Maggio 2023
La destra all’attacco della cultura
Michele Mezza    15 Maggio 2023
Come Elly Schlein è diventata segretaria
Claudio Bazzocchi    10 Maggio 2023
Ultime analisi
Città da riprogettare. Roma, il caso di Porta Maggiore
Paolo Andruccioli    6 Giugno 2023
Il cantiere eterno di Roma: soldi e misteri
Paolo Andruccioli    1 Giugno 2023
Ultime recensioni
Il ritorno di Moretti
Rino Genovese    22 Maggio 2023
Europa del Nord e socialdemocrazie: un passato senza futuro?
Claudio Bazzocchi    17 Aprile 2023
Ultime interviste
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
“Il governo Meloni illude i lavoratori”
Paolo Andruccioli    2 Maggio 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia Sandro De Toni sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA