• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Un anno di “terzogiornale”

Un anno di “terzogiornale”

1 Febbraio 2022 Rino Genovese  649

Il primo febbraio 2021, dopo un breve periodo di rodaggio nel pieno delle chiusure imposte dalla pandemia, iniziava la nostra piccola avventura. Abbiamo cercato, in questi mesi, di essere il più “selettivi” possibile. Di ciò ci si potrà stupire: perché, per esempio, non occuparsi di libri e di film pubblicando delle recensioni? Perché concentrarsi soltanto sui temi politico-sociali e, tra questi, fare delle scelte? La risposta è semplice: “meglio meno ma meglio” – si potrebbe dire – riecheggiando un vecchio slogan. Non potendo occuparci “di tutto”, anche per evidenti ragioni di limitatezza delle forze, la soluzione è stata quella di caratterizzarci con alcuni argomenti che ci è sembrato importante trattare. Sul resto abbiamo taciuto. Il livello più alto di “giornalismo selettivo”, lo abbiamo forse raggiunto proprio negli scorsi giorni, quando ci siamo rifiutati di seguire, o inseguire, i retroscena, reali o presunti, e le varie indiscrezioni giornaliere circa le candidature alla presidenza della Repubblica. È stato un esempio di serietà, che oggi ci permette di giudicare l’accaduto con totale libertà di pensiero.

Qualche lettore sarà rimasto sorpreso dal grande rilievo che diamo agli avvenimenti latinoamericani. Questo non dipende soltanto dalla biografia intellettuale di alcuni di noi; in quei Paesi vediamo operante, infatti – e non da ora –, nel modo più chiaro e talvolta brutale possibile, la linea di demarcazione tra progresso (o progressi, al plurale) e conservazione sociale, tra destra e sinistra, con tutta la confusione possibile tra l’una e l’altra data dalla lunga tradizione “populistica” di quell’immenso e difficile continente. Sotto certi aspetti, guardando all’America latina, si può cogliere qualcosa – per contrasto e analogia – di quanto è avvenuto negli ultimi decenni anche da noi. Lo sviluppo del berlusconismo politico a partire dagli anni Novanta, e poi la bolsonarizzazione indotta da Salvini, presentano molteplici punti di contatto con vicende come quella argentina e brasiliana. Al tempo stesso, il successo di una “nuova sinistra meticcia”, come l’ha definita Aldo Garzia, oggi in Cile, potrebbe offrire alcuni degli spunti necessari a un rimescolamento delle carte della stessa sinistra nostrana.

Sulla pandemia abbiamo avuto un atteggiamento di rigore, in linea con l’idea che la salute collettiva non possa che avere la priorità sulle libertà individuali. Abbiamo perciò denunciato le spinte qualunquistico-reazionarie, quando non apertamente fasciste, delle agitazioni “no vax” e “no pass”. Nei confronti di alcune teorizzazioni libertarie a briglia sciolta, abbiamo cercato di far valere una posizione che considera l’individualismo occidentale moderno come un elemento decisivo, certo, quando si tratti di affermare progetti di emancipazione dei singoli uomini e delle singole donne da forme di sfruttamento e di oppressione, ma come qualcosa che non può prevalere sul senso della collettività, specialmente quando si tratti della salute. Osserviamo perciò con preoccupazione la tendenza, che va affermandosi un po’ ovunque in Europa, a dare la pandemia già per risolta grazie alla vaccinazione di massa. Non si possono porre al primo posto le attività economiche, abbandonando le restrizioni quasi del tutto, con il rischio di avere una moltiplicazione delle varianti del virus e, per conseguenza, l’inseguimento di esse da parte dei vaccini ogni volta riadeguati. Questa corsa di Achille e la tartaruga, che infine la pandemia ci prospetterebbe, ci sembra far comodo soltanto agli interessi delle case farmaceutiche; mentre il nodo essenziale di una diffusione dei vaccini in tutto il mondo (e in particolare in Africa) rimane colpevolmente irrisolto.

Riguardo al governo Draghi (che tra l’altro si formò proprio a ridosso delle nostre prime uscite), abbiamo avuto tutta l’attenzione necessaria, non una posizione preconcetta – pur considerando che il governo precedente fosse “più a sinistra” di questo attuale di larghe intese, che prese piede con un “colpo di mano parlamentare” sotto la pressione, neanche nascosta, degli interessi borghesi del Nord del Paese. Abbiamo cercato di giudicare, quindi, il mitico Piano nazionale di ripresa e resilienza, da cui tanta parte dei nostri destini dipende, per come andava delineandosi e precisandosi. E la conclusione, in particolare riguardo ai temi della riconversione ecologica e dei divari territoriali (da sempre spaventosamente presenti nel tessuto nazionale), è stata negativa. Oggi sappiamo che il Pnrr – così come altre scelte del governo, soprattutto in materia di politica fiscale –, non farà che accrescere le diseguaglianze, se le cose rimarranno come stanno. Occorrerebbe un cambio di passo, o meglio una decisa svolta, di cui purtroppo non si intravedono le premesse, con un Pd che appare sempre più “sdraiato” sul governo Draghi.

È appunto il Pd, questo partito più di centro che di centrosinistra, insieme baluardo elettorale nei confronti della destra e organismo del tutto insufficiente ad affrontare la “questione sociale” – dai problemi posti dalla diffusione del precariato alle crisi industriali, fino a quelli più generali della politica fiscale –, il punto di riferimento critico del nostro discorso politico. Di questo “partito sbagliato”, come lo ha chiamato Antonio Floridia in un suo libro, si deve riconoscere la funzione che attualmente svolge, nonostante tutto; e al tempo stesso non smettere mai di considerarlo come qualcosa che un eventuale processo di costruzione di una sinistra socialista ecologista dovrà, per forza di cose, lasciare da parte.

Con questo spirito arditamente critico e sobriamente realistico, cominciamo il nostro secondo anno di vita, confidando che quei lettori, che un po’ alla volta ci stiamo conquistando, non ci abbandoneranno.

Archiviato inEditoriale
Tagsanniversario Rino Genovese terzogiornale

Articolo precedente

Portogallo, il vincitore è Antonio Costa

Articolo successivo

Le due piaghe dell’America latina

Rino Genovese

Articoli correlati

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Dello stesso autore

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Caso Regeni a una svolta?
Rino Genovese    28 Settembre 2023
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
Ultimi articoli
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Meloni ci ripensa, banche in festa
Paolo Barbieri    27 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Storia dei razzismi” di Renato Foschi
Rino Genovese    2 Ottobre 2023
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA