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Letta e Meloni: i commenti sulla cravatta triste e il vestito...
Il confronto faccia a faccia fra Letta e Meloni non è stato granché. Ognuno ha puntato a mischiare le carte, cercando di smussare i propri angoli e mostrando, invece, le proprie flessibilità. Il fatto di essere uno a fianco all’altra, potendo contestare direttamente le rispettive tesi, non ha dato alcun brio: ognuno se n’è andato per i propri vicoli.
Più significativi sono stati i commenti all’evento. Il padrone di casa, innanzitutto, cioè il “Corriere della sera”. Il giornalone milanese si sta palesemente riposizionando. Il direttore Fontana, nel gestire il faccia a faccia, è stato assolutamente impeccabile, cronometro alla mano. Il suo giornale, il giorno seguente, ha sancito la nuova gerarchia: Meloni una leader da scoprire, Letta un déjà vu senza sugo, con una cravatta triste. Svanite le apprensioni sulla collocazione internazionale, sminuite le ansie anti-europee, tutta l’attenzione si sposta sul caratterino della signora e sul suo vestito verde. Per Letta solo uno scoraggiante “non ha vinto né perso”. Si intravede un “mielismo” di ritorno, una riedizione di quel cerchiobottismo, di quel barcamenarsi nei confronti del potere di turno, come si diceva una volta, in cui l’ex direttore del “Corrierone”, e attuale eminenza grigia dell’editore Cairo, è stato un campione. Stupisce la rassegnata subalternità dei comunicatori del centrosinistra, che si avviano a questi dibattiti come capri al macello, addirittura ringraziando i carnefici.