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Il giusto coltello di Montanari affondato nella storia

“Leggo che avrei ‘negato’ le foibe: ovviamente è falso. Contesto invece la loro decontestualizzazione, amplificazione, falsa e strumentale parificazione alla Shoah. La narrazione neofascista impostasi nella costruzione della giornata del ricordo”. È l’autodifesa di Tomaso Montanari, storico dell’arte, rettore dell’Università per stranieri di Siena, finito nell’occhio del ciclone delle polemiche per aver definito “falsificazione storica” la giornata del ricordo con cui si celebra dal 2004, ogni 10 febbraio, il rinvenimento di fosse comuni lungo il confine tra Italia ed ex Jugoslavia.

Montanari “negazionista” è una truffa agostana che è servita alla destra per chiederne la rimozione dall’incarico di rettore. L’interessato ha poi gettato benzina sul fuoco annunciando di aver rassegnato le dimissioni dal Consiglio superiore dei Beni culturali, del quale faceva parte in qualità di presidente del comitato tecnico-scientifico per le belle arti. Spiegazione: “Mi sono dimesso per denunciare l’arroganza del ministro Dario Franceschini nella nomina del soprintendente dell’Archivio centrale dello Stato, apologeta di Rauti”.

Se Gramsci lo legge Giorgia Meloni

(Questo articolo è stato pubblicato il 1 aprile 2021) Mentre “noi” (qualunque schiera di individui tale pronome designi) ci infervoriamo nel discutere di meri...

Destra e sinistra, il riduttivo bipolarismo delle libertà

Sono pericolose le idee cardine dell’illuminismo? Per me no, non lo sono, al contrario sono belle: ma so anche, come tutti, che l’evoluzionismo – certo più plausibile del creazionismo – ha condotto molti alla ricerca dell’anello mancante tra l’uomo e la scimmia, agli studi di fisiognomica e a parecchio altro che ha alimentato il razzismo. Anche il decantare i canoni estetici classici diede una mano. Il pensiero razzista, tuttavia, ebbe al tempo stesso la radice opposta, quella che originò dal pensiero romantico e dal mondo credente, attraverso miti e simboli. Ora che le acque si sono calmate, o che il tempo è trascorso, siamo consapevoli di tutto questo e possiamo non solo dirlo ma anche allontanarci da queste derive, dalle derive del pensiero rigido.

La polarizzazione – l’abbiamo conosciuta dopo la seconda guerra mondiale – ha visto la destra riorganizzarsi mediante un irrazionalismo abbarbicato attorno al tradizionale “Dio, patria, famiglia”: era lo slogan di un blocco di potere clerico-fascista basato su una visione piramidale e patriarcale della società. Dall’altra parte è emersa una “contestazione” che ha fatto dei diritti civili il vessillo con cui scardinare quel blocco. Questa visione rivendicava i diritti dell’uomo, quell’altra parlava dei diritti di Dio. Poi? Poi è arrivato un nuovo potere, il consumismo. Lo ha colto meglio di tutti Pier Paolo Pasolini in Lettere luterane: “Ora, uno dei luoghi comuni più tipici degli intellettuali di sinistra è la volontà di sconsacrare e (inventiamo la parola) de-sentimentalizzare la vita. Ciò si spiega, nei vecchi intellettuali progressisti, col fatto che sono stati educati in una società clerico-fascista che predicava false sacralità e falsi sentimenti. E la reazione era quindi giusta. Ma oggi il nuovo potere non impone più quella falsa sacralità e quei falsi sentimenti. Anzi è lui stesso il primo, ripeto, a voler liberarsene, con tutte le loro istituzioni (mettiamo l’Esercito e la Chiesa). Dunque la polemica contro la sacralità e contro i sentimenti, da parte degli intellettuali progressisti, che continuano a macinare il vecchio illuminismo quasi che fosse meccanicamente passato alle scienze umane, è inutile. Oppure è utile al potere. Per queste ragioni sappi che negli insegnamenti che ti impartirò, non c’è il minimo dubbio, io ti sospingerò a tutte le sconsacrazioni possibili, alla mancanza di ogni rispetto per ogni sentimento istituito. Tuttavia il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in brutti e stupidi automi adoratori di feticci”.

Ma la pandemia che colore politico ha?

L’epidemiologia è una scienza sobria, quasi triste, che non ama scherzare con i fatti e con i numeri. Si potrebbe per questo pensare che...

La crisi brasiliana brucia altri due ministri

C’è un contrasto interno ai militari che controllano il governo di Jair Bolsonaro a Brasilia, sotto la crisi che brucia ministri come una candela...

Se Gramsci lo legge Giorgia Meloni

Mentre “noi” (qualunque schiera di individui tale pronome designi) ci infervoriamo nel discutere di meri cartelli elettorali da costruire in fretta per contrastare la...