• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Editoriale » Stranezze e dilemmi della guerra russa

Stranezze e dilemmi della guerra russa

1 Marzo 2022 Rino Genovese  1234

Tra i paradossi di cui qualsiasi guerra è intessuta, se ne segnala uno veramente peculiare: si intavolano delle trattative, senza però che vi sia un “cessate il fuoco”. A quanto se ne sa, è la stessa Russia che ha chiesto di riprendere la via negoziale: e le due delegazioni, russa e ucraina, si sono incontrate ieri in una località della Bielorussia. Alla fine dell’incontro, si è anche detto di rivedersi per continuare a trattare. Piccolo sospiro di sollievo ovunque nel mondo – ma intanto l’avventura, cioè l’invasione del territorio ucraino, va avanti, i combattimenti proseguono, e una lunga colonna di mezzi militari avanza verso Kiev.

Ciò che si era già compreso nella fase precedente a questa – quando ancora poteva sembrare che fossero gli americani a esagerare la minaccia –, e cioè che la Russia intendeva trattare con una pistola puntata alla tempia dell’Ucraina, è qualcosa che appare superato: il Cremlino vuole negoziare, sì, ma con un assedio in corso! Sembra fuori dalla realtà. Se l’Ucraina dovesse accogliere oggi alcune delle condizioni mai accettate negli ultimi anni – come per esempio il riconoscimento del dato di fatto dell’annessione della Crimea, nel 2014, da parte della Russia –, perché avrebbe sostenuto l’impatto di un’aggressione? Avrebbe potuto semplicemente evitarlo, venendo subito a più miti consigli.

Il punto è che sono in campo due opposti nazionalismi, di cui uno, per forza di cose, più devastante dell’altro, com’è dimostrato dall’“operazione militare speciale”. Il nazionalismo filoccidentale ucraino è poca cosa rispetto al corrispondente nazionalismo russo. Il quale – oltre che basato sull’arma nucleare, a cui Putin ha già fatto minacciose allusioni – è strutturato ideologicamente nella forma del messianismo della “grande madre russa”. Esiste tutta una dottrina in tal senso. Anche questa paradossale finché si vuole, ma con ricadute nella realtà.

Un’altra delle antinomie che questo nazionalismo si trova a fronteggiare – e senza possibilità di soluzione, essendo rinviato da un polo all’altro del dilemma indefinitamente – è che il suo sistema economico è inchiavardato in quello occidentale. La Russia altro non è che un’espressione del capitalismo. Per la verità, lo era già, nell’essenziale, ai tempi dell’Unione sovietica: ma dopo la sua dissoluzione, con le privatizzazioni e con l’emergere di una élite affaristica legata a filo doppio al potere politico, essa è parte integrante della cosiddetta globalizzazione. Il dilemma in cui il Cremlino si colloca, allora, è il seguente: “coltivo il mito panrusso, la mia differenza imperiale, facendo vedere i sorci verdi all’Occidente, oppure mi acconcio all’interno del suo sistema, quello della più o meno fintamente pacifica compravendita generalizzata?”. Oggi è questo il nodo: quanto a lungo potranno reggere gli oligarchi disturbati nei loro affari? Il fattore tempo è essenziale per Putin, che non può permettersi una guerra lunga. E perciò la resistenza dell’Ucraina è decisiva.

Archiviato inEditoriale Ucraina
Tagsguerra nazionalismo Rino Genovese Russia tavolo trattative Ucraina Vladimir Putin

Articolo precedente

Le cause di una guerra

Articolo successivo

Dalla parte delle vittime della guerra

Rino Genovese

Articoli correlati

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Wokismo e antiwokismo nella politica contemporanea

Dello stesso autore

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Wokismo e antiwokismo nella politica contemporanea

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
I migranti, i 5 Stelle e il Pd
Rino Genovese    22 Settembre 2023
Ultimi articoli
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Meloni ci ripensa, banche in festa
Paolo Barbieri    27 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
“Io capitano” di Garrone
Antonio Tricomi    21 Settembre 2023
L’ultima rivoluzione dell’industria
Paolo Andruccioli    20 Settembre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA