• Skip to primary navigation
  • Skip to main content
  • Skip to primary sidebar
  • Skip to footer

Giornale politico della fondazione per la critica sociale

  • Home
  • Chi siamo
  • Privacy Policy
  • Accedi
Home » Articoli » Salto di qualità in America

Salto di qualità in America

Se qualcosa insegnano i fatti di Washington del 6 gennaio, è che a questo punto è provato il legame stretto tra il neoliberalismo – che ha come effetto la perdita, all’interno della democrazia liberale, di qualsiasi elemento di democrazia sociale – e la falsa alternativa di un populismo che può spingersi fino a una sovversione di estrema destra

7 Gennaio 2021 Rino Genovese  503

I populismi mettono sotto stress le istituzioni democratiche, è cosa nota, ma il salto di qualità che si è prodotto nella giornata del 6 gennaio negli Stati Uniti è qualcosa che richiede un di più di riflessione. C’è un punto oltre il quale l’effervescenza anche violenta indotta nei sistemi politici dalla combinazione tra l’idoleggiamento di un capo (nel caso specifico Trump) e il costante sconvolgimento dei principi su cui si regge una democrazia – alternanza destra/sinistra in primo luogo, e rispetto dei risultati elettorali – diventa sovversione vera e propria.

Il fenomeno Trump, lo si può dire ora con certezza, è stato questo: il passaggio, nella maggiore democrazia del mondo, da una vittoria elettorale risicata quattro anni fa (non si dimentichi che la pur debole candidata democratica aveva comunque preso più voti in cifra assoluta) a un movimento reazionario di massa entro cui riemerge con estrema evidenza il segno sempiterno del fascismo. Forte di un’ideologia, per quanto abborracciata, del tutto esplicita: basata sull’idea di un complotto delle élite mondiali progressiste e “pedofile” contro il presidente che avrebbe incarnato la rinascita del Paese dopo gli anni di Obama; sul rinnovato senso di supremazia razziale collegabile al periodo buio, mai del tutto archiviato, del segregazionismo; sulla difesa protezionistica dell’economia americana da quella del resto del mondo, in primis da quella cinese; e infine sul culto delle armi, radicato da sempre nel paese dei cowboy.

Questa miscela di elementi ideologici, e perfino fantastici, ha trovato il suo punto di caduta nella favola, raccontata da Trump già prima che le elezioni avessero luogo, dei brogli elettorali, di una vittoria fraudolenta da parte di Biden, complice una pandemia strumentalizzata o scatenata da quelle stesse élite mondiali che cospirano contro la grandezza degli Stati Uniti. Il risultato, dal punto di vista dello spirito del mondo (per parlare un po’ come Hegel), è lo strano processo per cui quella cultura da sempre fortemente ibridata – mescolanza tra una violenza mimetica tradizionale e una modernizzazione non sempre ben digerita –, riscontrabile per lo più in America latina, si è rovesciata in maniera paradossale sulla democrazia statunitense. Affinché ciò potesse avvenire, ci sono voluti i lunghi anni della preparazione neoliberale: da Reagan passando per i due Bush, per l’inconsistente Clinton e, da ultimo, per quell’Obama che qualcosa aveva fatto per risollevare le sorti della democrazia, scontando tuttavia la reazione razzista che ha trovato nel tycoon bianco il proprio paladino.

Se qualcosa insegnano i fatti di Washington, a questo punto, è che appare provato il legame stretto tra il neoliberalismo – che ha come effetto la perdita, all’interno della democrazia liberale, di qualsiasi elemento di democrazia sociale – e la falsa alternativa di un populismo che può spingersi fino a una sovversione di estrema destra.

Ne sappiamo qualcosa noi in Italia. Vedendo in tv le immagini dell’assalto al tempio della democrazia parlamentare statunitense, mi è ritornato alla mente lo scontro tra Berlusconi e il suo ministro dell’interno Giuseppe Pisanu, in quel 2006 che vide la vittoria di misura nelle urne della coalizione di Romano Prodi. Anche Berlusconi all’epoca, come oggi Trump, blaterava di brogli e chiedeva di ricontare le schede: ma il suo stesso ministro rifiutò di seguirlo su questa strada. Era un po’ la preistoria, nel “laboratorio italiano”, di quanto sta accadendo oggi su più ampia scala in America.

Com’è noto, Berlusconi riuscì a far cadere due anni dopo il governo Prodi mediante la corruzione, la sua arma preferita, comprando i voti di qualche senatore. Non si arrivò al redde rationem statunitense con l’assalto al parlamento. Il magnate milanese non è mai stato, si sa, un cuor di leone. E tuttavia il nesso tra quanto accadde in Italia una quindicina di anni fa e quanto avviene in America in questo inizio del 2021 balza agli occhi. Come nel caso dei fascismi storici europei, anche stavolta l’Italia può dire di essere stata maestra, sebbene si tratti di un primato molto poco invidiabile.

Archiviato inArticoli
Tagsassalto a Capitol Hill Barack Obama brogli Donald Trump neoliberalismo populismo Rino Genovese Washington

Articolo precedente

Alle Canarie una nuova Lesbo

Articolo successivo

Catastrofe sfiorata, appunti per il dopo Trump

Rino Genovese

Articoli correlati

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Paradossi nelle elezioni americane

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

Dello stesso autore

“Storia dei razzismi” di Renato Foschi

Caso Regeni a una svolta?

Napolitano, il craxiano del Pci

I migranti, i 5 Stelle e il Pd

Primary Sidebar

Cerca nel sito
Ultimi editoriali
Caso Regeni a una svolta?
Rino Genovese    28 Settembre 2023
L’eterno ritorno dei “taxi del mare”
Agostino Petrillo    26 Settembre 2023
La versione di Giorgio: modernizzazione senza conflitto e senza popolo
Michele Mezza    25 Settembre 2023
Ultimi articoli
Slovacchia, vince il partito contrario alla guerra
Vittorio Bonanni    3 Ottobre 2023
Bologna, una sentenza molto attuale
Stefania Limiti    29 Settembre 2023
Paradossi nelle elezioni americane
Stefano Rizzo    29 Settembre 2023
Benvenuti a Haiti!
Vittorio Bonanni    29 Settembre 2023
“Insufficiente”. Stellantis licenzia a Mirafiori
Paolo Andruccioli    28 Settembre 2023
Ultime opinioni
Napolitano, il craxiano del Pci
Rino Genovese    25 Settembre 2023
La violenza giovanile maschile
Stefania Tirini    13 Settembre 2023
Per una scissione nel Pd
Nicola Caprioni*    12 Settembre 2023
Dalla democrazia politica alla democrazia delle emozioni
Massimo Ilardi    7 Settembre 2023
Il bagnasciuga di Giorgia Meloni
Giorgio Graffi    4 Settembre 2023
Ultime analisi
Tutti i progetti portano a Roma
Paolo Andruccioli    28 Luglio 2023
Roma riprende la cura del ferro
Paolo Andruccioli    21 Luglio 2023
Ultime recensioni
Singolarità Milano
Agostino Petrillo    3 Ottobre 2023
“Storia dei razzismi” di Renato Foschi
Rino Genovese    2 Ottobre 2023
Ultime interviste
Ecco perché a Brandizzo c’è stata una strage
Paolo Andruccioli    4 Settembre 2023
“La pace è un cammino”
Guido Ruotolo    6 Giugno 2023
Ultimi forum
Welfare, il nuovo contratto sociale
Paolo Andruccioli    4 Maggio 2023
C’era una volta il welfare
Paolo Andruccioli    27 Aprile 2023
Archivio articoli

Footer

Argomenti
5 stelle Agostino Petrillo Aldo Garzia ambiente cgil Cina Claudio Madricardo covid destra elezioni Emmanuel Macron Enrico Letta Europa Francesco Francia Germania Giorgia Meloni governo draghi governo meloni guerra guerra Ucraina Guido Ruotolo immigrazione Italia Joe Biden lavoro Luca Baiada Mario Draghi Michele Mezza Paolo Andruccioli Paolo Barbieri papa partito democratico Pd Riccardo Cristiano Rino Genovese Russia sindacati sinistra Stati Uniti Stefania Limiti Ucraina Unione europea Vittorio Bonanni Vladimir Putin

Copyright © 2023 · terzogiornale spazio politico della Fondazione per la critica sociale | terzogiornale@gmail.com | design di Andrea Mattone | sviluppo web Luca Noale

Utilizziamo cookie o tecnologie simili come specificato nella cookie policy. Cliccando su “Accetto” o continuando la navigazione, accetti l'uso dei cookies.
ACCEPT ALLREJECTCookie settingsAccetto
Manage consent

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Non-necessary
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACCETTA E SALVA