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Sanzioni sì, sanzioni no: a partire dal caso Cuba al Senato
Ieri la questione “embarghi” e “sanzioni economiche” ha animato la seduta di Palazzo Madama con una buona notizia per Cuba e per l’autonomia della politica estera italiana, seppure contraddittoria se si approfondisce cosa è accaduto. Il Senato, infatti, ha approvato due ordini del giorno. Una mozione con prima firmataria Paola Nugnes (Sinistra italiana) che prende netta posizione contro l’embargo a Cuba, e chiede al governo di impegnarsi in tutte le apposite sedi internazionali per la fine del blocco economico statunitense unilaterale contro L’Avana. Un successo per Cuba: 115 voti favorevoli, 81 astensioni. Il secondo ordine del giorno, primo firmatario Luca Ciriani, capogruppo di Fratelli d’Italia, è stato approvato ugualmente con 173 sì, 12 no e 9 astenuti: chiede sanzioni selettive, pure nel caso cubano (in favore di “diritti civili e politici”), assieme a una revisione generale del sistema delle sanzioni, in modo da poter tutelare meglio le imprese italiane sui mercati internazionali senza che “siano pregiudicate da governi stranieri”.
Il tema “sanzioni” e “diritti umani”, in piena epidemia Covid, era tornato di attualità pochi giorni fa quando la delegazione italiana aveva votato contro la risoluzione, presentata al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, sulle ripercussioni negative delle sanzioni economiche sulle popolazioni civili, soprattutto in tempi di Covid. La risoluzione era a firma di Cina, Stato di Palestina, Azerbaigian e Movimento dei Paesi non allineati (con l’eccezione di Colombia e Perù). La mozione approvata – con 30 voti favorevoli, 15 contrari e 2 astenuti – censurava lo strumento sanzioni in quanto danneggia la qualità della vita delle singole popolazioni, e quindi dei diritti umani.