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Auto elettrica o città senza auto?
Fine anni Cinquanta e poi Sessanta: l’automobile era un simbolo di libertà. Per i giovani che, insieme ad altri coetanei, si potevano spingere verso luoghi mai visti prima, lontani dal transito dei treni; per i capifamiglia che potevano portare mogli e figli al mare o in montagna, in qualsiasi periodo dell’anno. Insomma, una vera rivoluzione delle tradizionali vacanze legate, fino a quel momento, alle ferie estive da trascorrere presso località situate lungo i percorsi dei treni o degli autobus.
L’automobile era alla portata economica di (quasi) tutti. La Fiat vendeva a rate la famosa “500” agli studenti universitari; la benzina costava poco, e con poche centinaia di lire potevi raggiungere spiagge fino ad allora inaccessibili. Nelle grandi città, e ancor più nei piccoli paesi, ci si fermava a contemplare macchine favolose di passaggio: la mitica Giulietta spider, le Lancia, l’Mg decappottabile; più raramente transitava qualche “americana”, come la Buick o la Cadillac, auto che richiamavano alla memoria noti film americani. Subito dopo, è iniziata la motorizzazione di massa e poi, oggi, le tradizionali vetture sono state in gran parte soppiantate da enormi Suv, che se si fermano per la strada, nemmeno si prova più a farle partire a spinta. Accade a volte di vedere uno di questi Suv parcheggiato a fianco di una vecchia “500”, e la domanda che viene spontanea è come si faceva a stare in quattro persone su quest’ultima.