
L’autobus gratuito di Zohran Mamdani a New York
Ci sono notizie che impongono un ripensamento dei nostri convincimenti e degli automatismi del nostro cervello, che tende a riprodurre i fatti incasellandoli nel “già visto”, nel flusso continuo del “non cambia mai niente”, anche se – al fondo – ogni evento è diverso dall’altro. Una di queste notizie “spiazzanti” arriva dagli Stati Uniti, per la precisione da New York: la vittoria di Zohran Mamdani, il giovane trentatreenne di origini indiane, nato in Africa, che ha sconfitto il vecchio Andrew Cuomo nella corsa delle primarie per la candidatura dei democratici alla poltrona di sindaco. Una buona notizia, come ha scritto su “terzogiornale” Rino Genovese (vedi qui). E l’affermazione di Mamdani lo è da molti punti di vista: va interpretata e possibilmente utilizzata per tentare di aggiornare la nostra visione delle cose, riorganizzando quei famosi “paradigmi” che ci ancorano al Novecento. Un impegno prioritario per chi si dichiara di sinistra o che, soprattutto, pensa che il capitalismo non sia il migliore dei mondi possibili. A differenza della destra, che invece si dimostra organica, sempre di più, al sistema delle diseguaglianze, delle ingiustizie e della prepotenza. All’ideologia della forza.
Un modo per cercare di capire quello che sta succedendo negli Usa (dove evidentemente non esiste solo Trump), e in particolare per spiegare le dinamiche interne al Partito democratico, è quello di analizzare le proposte che vengono presentate, e che, come quelle di Mamdani, riscuotono un consenso popolare. Ci soffermiamo ora solo su una delle idee innovative del giovane socialista, già accusato di comunismo dal presidente guerrafondaio che aspira al Nobel per la pace: Mamdani vuole gli autobus gratuiti e veloci.
Israele-Hamas: i problemi del cessate il fuoco di Trump
Sono tre settimane, ormai, che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, annuncia il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. E alla fine un accordo ci sarà, seppure dovesse forzare la mano al suo amico e alleato Benjamin Netanyahu. Ma mentre a Washington si negozia il futuro del Medio Oriente (e di Bibi), a Doha e a Tel Aviv si parlano altre lingue.
I socialdemocratici tedeschi tra riarmo e disarmo
Doveva tenersi nel prossimo dicembre, ma il congresso della Spd è stato in tutta fretta anticipato agli ultimi giorni dello scorso giugno (27-29), tali e tante le questioni in ballo. Si è trattato, a tutti gli effetti, di un congresso straordinario, su cui gravavano le ombre della disfatta elettorale e del riarmo tedesco. Alla dirigenza è stato confermato quale co-leader, per la terza volta, Lars Klingbeil, vicecancelliere e ministro delle Finanze. Klingbeil non ha certo ottenuto un risultato entusiasmante, raccattando solo il 64,9% dei voti, il risultato più basso nella storia del partito. La seconda co-leader, con il 95% dei voti, è Bärbel Bas, ministro del Lavoro e degli Affari sociali. La carica di segretario generale sarà ricoperta dal 33enne Tim Klüssendorf, della sinistra del partito, che ha ottenuto un lusinghiero 91% dei voti.
La gioventù nera. Dall’Europa agli Stati Uniti
Vita est militia super terram. Così recita il profilo Instagram di Avanguardia Torino, il movimento neofascista che aveva aperto la sede Edoras nel capoluogo piemontese, sequestrata dai carabinieri, lunedì 7 luglio. Il versetto, tratto dal libro di Giobbe, si conclude con et sicut dies mercenarii dies eius (“e i suoi giorni sono come quelli di un mercenario”). Suggerisce come affrontare, evidentemente, le difficoltà intrinseche della vita terrena, e la natura transitoria dell’esistenza come motivo di conflitto interiore. Una riflessione sulla fatica del vivere, sull’impermanenza dell’esistenza (interpretata da filosofi come Seneca in quanto invito alla consapevolezza). Nulla di tutto ciò ha a che fare con la retorica militarista e violenta del gruppo neofascista torinese, che sembra ispirarsi piuttosto all’epica del virile combattente cristiano, il crociato che difende la “civiltà” dallo straniero infedele.



