Tag: Stefania Limiti
Gendarmeria europea. L’Arma diede il modello/2
Polizia, quarant’anni dopo la smilitarizzazione
Gendarmeria europea. A chi risponde?/1
Perché ci occupiamo di Carabinieri e dintorni
Siamo molto soddisfatti del gradimento da parte dei nostri lettori di alcuni articoli che riguardano un mondo “particolare”, quello dell’Arma e dintorni. “Particolare” nel senso che lo si pensa non direttamente affine a quella rosa di tematiche tradizionali e “naturali” delle quali debba trattare una testata esplicitamente ispirata alle idee del socialismo e dell’ecologismo. Ci siamo dunque interrogati nel nostro collettivo redazionale e abbiamo pensato di fare il punto della situazione. Non perché ci sia un bilancio da tirare, una conclusione da indicare, ma perché abbiamo compreso che molti si chiedono la ragione del dare spazio a queste tematiche piuttosto che ad altre. È un quesito del tutto legittimo, che merita una spiegazione.
Innanzitutto, c’è un piano del ragionamento molto diretto e chiaro: ci siamo occupati di un pezzo di mondo reale che non trova attenzione altrove. Ma come, starete dicendo, si parla spesso dei militari e dell’Arma! Non nel senso però in cui abbiamo cercato di farlo noi, occupandoci dello stato di salute di una istituzione che controlla capillarmente i nostri territori, drena una fetta rilevante del bilancio statale, svolge il compito di polizia giudiziaria pur avendo uno status militare ed è un organo del potere per eccellenza.
Carabinieri. Teo Luzi fa infuriare i Forestali
Quel patto tra Polizia di Stato e Fiamme Gialle che fa...
L’Annus horribilis dell’Arma/3
Perché Figliuolo
E guerra sia. La lotta contro il virus fa un salto di qualità con l’arrivo del nuovo commissario straordinario, il Generale di Corpo d'Armata Francesco Paolo Figliuolo. Originario di Potenza, Figliuolo, grande esperto di logistica, pluridecorato, raccoglie stima trasversalmente, tanto che il suo nome ha fatto parte di una rosa per un incarico al vertice quando era ministro della Difesa la pentastellata Elisabetta Trenta. Le bassezze della politica italiana hanno provato da subito ad inquadrare la decisione presa dal duo Draghi-Gabrielli come una sconfitta dell’ex commissario Arcuri, rivendicando alla propria ‘casacca’ la nuova nomina (da Renzi alla Meloni). Niente di più falso e stupido.
Arcuri, nominato commissario straordinario il 18 marzo 2020, ha avuto il compito di affiancare il Governo dall’inizio dell’emergenza, quando peraltro sarebbe stato assai arduo nominare subito un militare al posto di un civile: Arcuri ha dovuto procurare mascherine e attrezzature per le terapie intensive, tanto per cominciare, ma anche dispositivi di emergenza per gli ospedali o banchi per la riapertura delle scuole. Si è impegnato in una fase disperata della pandemia, in quei mesi difficili che ovviamente ora tutti sono disposti a dimenticare, quando ci si muoveva in un terreno inesplorato, e in Italia scoprimmo l’importanza di avere, e di produrre, ventilatori e mascherine. In quei mesi Arcuri ha avuto il merito di coordinare sforzi drammatici, mentre sfilavano le bare e il virus mordeva i corpi come un cane rabbioso.