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Agnoletto: “Intorno ai vaccini, un’enorme partita geopolitica”
Moratoria sui brevetti, una campagna da sostenere
Se ci fosse una sanità veramente pubblica a livello mondiale, non ci sarebbe alcun bisogno di fare pressione affinché sia tolta, o almeno sospesa, la vomitevole protezione sui brevetti (la cui durata per lo più è di vent’anni). Sarebbe infatti del tutto pacifico che, nel caso di una pandemia, o ci si salva tutti insieme o si finisce in una crisi senza sbocchi: proprio quella che dopotutto stiamo vivendo, perché è chiaro che, se interi continenti hanno tassi di vaccinazione ridicoli, il virus avrà tutte le possibilità, diffondendosi, di sviluppare varianti su varianti.
In altre parole, se il capitalismo non fosse il capitalismo, non esisterebbe qualcosa come una “proprietà intellettuale”, cioè la ricerca scientifica non sarebbe subordinata al profitto. E neppure varrebbe più il ragionamento secondo cui i brevetti sono uno stimolo alla innovazione, perché così, pregustando gli ingenti utili che se ne possono trarre, alcuni ricconi sarebbero incentivati a investire nella produzione di nuovi prodotti farmaceutici.
Global Health Summit di Roma: un’occasione mancata soprattutto per la sinistra
Alla fine non ricorderemo le accuse dei nemici quanto il silenzio degli amici, diceva Martin Luther King dinanzi all’ipocrisia dei progressisti americani. Una constatazione che torna di attualità, dopo la straordinaria occasione persa a Roma con il Global Health Summit della settimana scorsa. Un appuntamento della sanità mondiale che è arrivato dopo più di un anno dall’infuriare della pandemia, e che è sembrato rimuovere completamente il trauma sociale e sanitario che stiamo vivendo.
A parte qualche retorico riferimento nel cerimoniale, i lavori del Summit sono scivolati come acqua sul vetro rispetto alla tragedia che ancora miete vittime in gran parte del mondo. Le mattanze in corso in Brasile e in India, il silenzio che avvolge gran parte dell’Africa, la spietata realtà che vede il 15% del mondo – la parte più ricca, ovviamente – assorbire l’85% dei vaccini, non ha scosso né le istituzioni né tanto meno gli osservatori. A colpire è stata proprio l’indifferenza da parte del mondo scientifico, culturale, politico, rispetto a questa scadenza, che invece avrebbe dovuto imprimere un’accelerazione verso una nuova visione dell’epidemia, legata agli squilibri sociali, come aveva spiegato qualche mese fa il direttore di Lancet, Richard Horton, che parlava non di pandemia ma di “sindemia”, ossia di un fenomeno prettamente indotto dalle sperequazioni dell’ecosistema planetario.